Scheda libro:
Titolo: I miei vent’anni
Autore: Schneider Helga
Prezzo: € 13,90
Dati 240 p., br.
Editore Salani
EAN 9788867150229
Data uscita aprile 2013
Descrizione:
Negli anni duri e cruciali del dopoguerra, la giovane Helga Schneider cerca il suo posto nel mondo. È andata via dalla casa di suo padre, una casa che l’ha respinta una volta per tutte, e viaggia per l’Europa, guidata da una sola certezza: la vita che l’aspetta sarà sempre comunque migliore di quella che ha lasciato. Salisburgo, Vienna, Parigi, l’Italia sono i teatri delle sue esperienze: l’amore, il tradimento, la delusione, l’entusiasmo, la fatica di guadagnarsi da vivere e la passione per la scrittura, tutto si mescola in questo bellissimo memoir dove Helga Schneider, autrice di grandissimo talento, racconta se stessa con l’ebbrezza di chi si abbandona alla narrazione per la prima volta, ed è in grado quindi di trascinare chi ascolta, contagiare chi legge con il proprio vissuto unico e universale insieme.——————-
Helga SchneiderQuando posavo per Kokoschka
Durante l’estate del 1957, su una terrazza assolata della fortezza di Hohensalzburg, Austria, ebbi la fortuna di posare per Oskar Kokoschka. Avevo alle spalle un’infanzia negata dal nazismo, l’abbandono della madre in tenera età, e sei anni di guerra vissuti da bambina nella capitale del Terzo Reich, Berlino. A causa di insanabili conflitti con la mia famiglia vivevo sola a Salisburgo e frequentavo la scuola di teatro del Mozarteum, senza tuttavia riuscire a conseguire il diploma. Mi mantenevo con lavori saltuari come lavare bicchieri nelle birrerie, o facendo la comparsa in film che giravano nella città di Mozart. Molti studenti dell’epoca, specialmente se non supportati da famiglie ricche, sbarcavano in quel modo il lunario. Quando mi segnalarono la possibilità di posare per Kokoschka, aderii subito. Fummo in quattro o cinque ragazzi, fra maschi e femmine, a farci avanti.
Oskar Kokoschka, considerato con Gustav Klimt ed Egon Schiele uno degli artisti più rappresentativi del panorama culturale di inizio Novecento, nel 1953 fondò sulla “Fortezza Hohensalzburg” la Sommerakademie d’arte, che chiamò “La scuola del vedere”, istituendo un luogo di incontri internazionali per creativi e artisti di varia età, origine ed estrazione sociale. Kokoschka concepiva le sue lezioni come contrapposizione all’insegnamento delle tradizionali Accademie di Belle arti.
Durante il nazismo, le opere di Kokoschka erano state vietate in quanto classificate “arte degenerata”. Oggi si trovano conservate in importanti musei internazionali.
Nel 2013 la Sommerakademie di Salisburgo festeggerà il 60-esimo giubileo.
“La scuola del vedere” di Oskar Kokoschka non impartiva lezioni accademiche, ma intendeva rafforzare la sensibilità visiva, e nello stesso tempo la coscienza sociale dei partecipanti affinché, tramite il linguaggio dell’arte, potessero dare nuova linfa a valori e ideali umanistici e culturali che si erano perduti nella decadenza morale e spirituale del regime nazista.
Vedere al di là della superficie delle cose, del colore, delle apparenze, della luce e delle ombre, degli orizzonti, delle diversità e dei pregiudizi, ecco cosa intendeva trasmettere “La scuola del vedere” di Oskar Kokoschka.
Alla Sommerakademie partecipai solo come modella, ma le lezioni del Maestro calamitarono la mia attenzione. Io non disegnavo né dipingevo e amavo il teatro, ma fin da adolescente coltivavo la passione per la scrittura. Pensai allora che l’insegnamento di questo grande artista, dal carattere schivo e nello stesso tempo aperto e trascinante, apparentemente burbero, ma dalla disponibilità nobile e generosa, un uomo al quale la vita non aveva risparmiato grandi sofferenze, avrebbe potuto giovare anche a quella scrittrice in erba che ero all’epoca.
Conservo un ricordo profondamente ammirato e riconoscente per Oskar Kokoschka, al servizio del quale mi sono trovata a vent’anni su una terrazza inondata di sole sulla Festung Hohensalzburg di Salisburgo.
da Aprile 2013
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