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Regole nella Coscienza di Krishna

Back to Godhead - Volume 12, Number 11 - 1977


Carissimo Ramananda das, Hare Krishna!

Grazie per la buona domanda, che mi da’ l’occasione di parlare di

Krishna e

dei Suoi insegnamenti.


Srila Rupa Govami (benedetto lui) dice che nella coscienza di

Krishna

ESISTONO SOLO DUE REGOLE e due principi regolatori:

1. Ricordarsi sempre di Krishna

2. Non dimenticarsi mai di Krishna


Per aiutarsi ad arrivare a questo punto, esiste una milionata di

regole “di

assistenza”, che pian piano ci portano al livello del puro amore per

Dio.

Sempre Rupa Gosvami (benedetto, benedetto) dice che ci sono due cose

che ci

fanno cadere dal ricordo di Krishna (cioe’ dalla COSCIENZA di

Krishna):

1. Non seguire le regole

2. Seguire le regole per le regole


Infatti, non dobbiamo seguire le regole in modo stupido: Srila

Prabhupada

(benedetto) diceva spessisimo, in un sacco di conversazioni con

devoti

che

gli chiedevano come “regolarsi”, che NON C’E’ NIENTE CHE POSSA

SOSTITUIRE

IL BUON SENSO. E ne diede la dimostrazione pratica in un sacco di

esempi,

piu’ o meno passati sotto silenzio dai biografi ufficiali. Ho letto

da

qualche parte l’episodio della zuppa di cipolle: Srila Prabhupada

era

stato

invitato a pranzo da un Life Member ed era naturalmente andato con i

suoi

discepoli. Il poverino, a cui piaceva molto la zuppa di cipolle,

penso’

bene di prepararla per i suoi onorati ospiti e i devoti,

scandalizzati

e

orripilati, fecero un mucchio di facce a tavola. Srila Prabhupada,

imperturbabile, prese il cucchiaio e spazzolo’ la zuppa (che era

piena

di

amore e devozione) obbligando cosi’ i discepoli a seguire il suo

esempio, e

in seguito spiego’ agli allibiti sannyasi che la crescita della

coscienza

di Krishna di quell’anima sincera non doveva essere tarpata da

considerazioni marginali come il non mangiare cipolle. Avranno

capito?

Mah.


Le regole, in altre parole, devono servire ad aiutarci nel nostro

sviluppo

della coscienza di Krishna e nel mantenerci in forma per servire

praticamente la missione di Krishna. Se vediamo che ci stanno

portando

da

un’altra parte o ci friggono il cervello e’ piu’ furbo mollarle

(magari

anche solo temporaneamente) prima di violentare tutti i bambini

della

Gurukula o comunque di dare fuori di matto in altri modi pericolosi

(tipo

farsi prendere da attacchi di mania di grandezza o avidita’ politica

o

complesso di Torquemada). L’idea e’ quella di guidare la barca

secondo

le

istruzioni personali del guru che ti conosce, sa com’e’ il percorso

e

ti

ripesca in caso di necessita’. Questo e’ il significato di guru e di

iniziazione: iniziare una relazione molto personale in cui, tra

tentativi,

fallimenti e successi, si serve sinceramente Krishna. Un altro motto

favorito di Srila Prabhupada e’: “Il fallimento e’ la base del

successo.”

Niente inferni eterni per chi sdrucciola, per carita’, senno’ chi fa

fatica

preferisce fare la maria goretti (la morte piuttosto che il peccato)

sprecando cosi’ il resto della preziosa vita umana e dovendo

ricominciare

daccapo con anni di sofferenze nell’infanzia prima di poter essere

in

grado

di combinare qualcosa di buono.


Nel capitolo 6 della Bhagavad gita, Krishna rassicura Arjuna, che fa

delle

domande simili:


2. Cio’ che viene chiamato sannyasa (rinuncia) non e’ differente

dallo

yoga

(la disciplina della consapevolezza), perche’ nessuno puo’ mai

diventare

uno yogi se non rinuncia al desiderio per il piacere dei sensi.

5. Bisogna usare la propria mente per liberarsi e non per

degradarsi,

perche’ la mente dell’anima condizionata puo’ essere la sua migliore

amica

o la sua peggiore nemica. Non c’e’ migliore amico o peggiore nemico

del

proprio se’ inferiore.

6. Per chi ha conquistato il se’ inferiore, questo diventa il suo

migliore

amico, ma per chi non e’ riuscito a vincerlo la mente e’ un nemico

che

lo

tormenta continuamente.

14. Tranquillo e libero dalla paura, osservando le regole del

brahmacharya,

deve controllare le attivita’ della mente e concentrare la

consapevolezza

in Me, perche’ Io sono lo scopo della meditazione.

Arjuna disse:

33. O Madhusudana (uccisore del demone Madhu), il metodo dello yoga

che mi

hai descritto mi sembra difficile da praticare per lungo tempo,

perche’ la

mente e’ instabile e irrequieta.

34. O Krishna (che sei infinitamente affascinante e puoi affascinare

la mia

mente), la mente e’ sempre attratta a correre qua e la’ in modo

insensato.

Per di piu’ e’ estremamente forte e ostinata. Secondo me sarebbe

piu’

facile controllare il vento.


(inserisco qui un’importante citazione dal capitolo 2:

58. Chi e’ capace di distaccarsi completamente dalle sensazioni

esteriori,

ritraendo i sensi dagli oggetti dei sensi come una tartaruga ritrae

le

sue

membra nel guscio, ha raggiunto una consapevolezza costante.

59. L’anima incarnata puo’ praticare l’astensione dagli oggetti di

piacere,

ma spesso non riesce a liberarsi dal desiderio per essi. Se pero’

sperimenta qualcosa di superiore lascia facilmente i piaceri

inferiori.

!!!!!

60. O figlio di Kunti, i sensi possono agitare la mente con grande

forza,

anche in un uomo che si sforza di controllarli con l’intelligenza e

la

discriminazione.

61. Bisogna dunque tenere sotto controllo tutti i sensi,

impegnandoli

in

una disciplina spirituale in relazione a Me e meditando su di Me; in

questo

modo i sensi possono essere stabillmente impegnati nella

consapevolezza.

!!!!

67. La mente che segue gli impulsi dei sensi viene trascinata da

essi

e

l’intelligenza ne viene travolta, cosi’ come una barca sull’acqua

viene

trascinata via da un forte vento.

70. L’oceano non trabocca mai nonostante vi affluiscano cosi’ tanti

fiumi;

una persona che accoglie nello stesso modo equilibrato e

indifferente

tutti

i desideri diventa veramente tranquilla. Chi invece continua a

fantasticare

sui desideri di piacere non potra’ mai ottenere la pace.

71. Un uomo che ha abbandonato ogni desiderio di piacere dei sensi e

si

muove libero, vivendo in modo distaccato, senza considerarsi padrone

o

proprietario di nulla, senza identificarsi con definizioni

materiali,

raggiunge la pace perfetta, il brahma-nirvana.

72. O figlio di Pritha, questo e’ il livello spirituale. Chi l’ha

raggiunto

non rimane mai confuso e al momento della morte si eleva alla

liberazione

spirituale.


si torna al capitolo 6)


Il Signore disse:

35. Senza dubbio, o guerriero dalle forti braccia, figlio di Kunti

(che e’

un personaggio eccezionale, essendo anche Mia zia), la mente e’

difficile

da vincere e irrequieta, ma puo’ venire controllata con la pratica

costante

e il distacco.

36. Secondo la Mia opinione e’ estremamente difficile raggiungere la

realizzazione spirituale senza controllare e disciplinare la mente,

ma

e’

possibile applicare dei metodi pratici per raggiungere questo fine.

!!!!!!

Arjuna disse:

37. Caro Krishna, cosa accade a colui che pratica con fede il metodo

dello

yoga ma per qualche motivo fallisce prima di raggiungere il

successo,

a

causa della turbolenza della mente?

38. Una persona che si smarrisce sulla via della trascendenza non

resta

forse senza appiglio, sradicata sia dalla vita materiale che da

quella

spirituale — avendo abbandonato entrambe — e ne viene lacerata

come

una

nuvola che si disperde nel cielo?

39. Questo e’ il mio dubbio, Krishna. Ti prego di risolverlo

completamente,

perche’ nessun altro all’infuori di Te e’ in grado di rispondere a

questa

domanda.

Il Signore disse:

40. O figlio di Pritha (e’ un nome di Kunti, ma indica anche “la

Terra”),

per chi si impegna in attivita’ positive non c’e’ mai distruzione

ne’

in

questa vita ne’ nella prossima. Amico mio, una persona che desidera

fare il

bene non e’ mai sopraffatta dal male.

41. Chi fallisce sulla via dello yoga raggiungera’ dopo la morte il

paradiso delle persone virtuose, dove potra’ risiedere per

moltissimi

anni.

In seguito rinascera’ nella casa di persone ricche o di animo

nobile.

42. Potra’ anche rinascere in una famiglia di yogi e spiritualisti,

come

figlio di saggi che possiedono la conoscenza. Certamente e’ molto

raro

ottenere una simile nascita in questo mondo.

43. Durante quella nuova vita sente risvegliarsi in se’ quella

consapevolezza che aveva acquisito durante la vita precedente, e

torna

quindi a sforzarsi di raggiungere la perfezione, o gioia dei Kuru

(tra

tutti i Kuru, tu sei quello che tiene alto il livello).

44. Cio’ che aveva gia’ realizzato con la pratica nella vita

precedente gli

risulta estremamente facile e attraente e prova un intenso desiderio

di

comprendere meglio la via spirituale dello yoga. La sua posizione e’

molto

superiore ai principi rituali delle scritture, che ha gia’ lasciato

dietro

di se’.

45. E quando si impegna nella pratica della consapevolezza, ogni

impurita’

e ogni errore viene spazzato via, finche’ dopo numerose vite (cioe’

numerose dall’inizio della pratica, quindi magari anche una vita

sola)

raggiunge finalmente la destinazione suprema.

46. Lo yogi che pratica la disciplina della consapevolezza (cioe’ la

coscienza di Krishna) e’ superiore al tapasvi (l’asceta che si

dedica

all’austerita’), al jnani (il ricercatore che studia la conoscenza

scientifica), al karmi (la persona virtuosa che compie buone

azioni).

Non

c’e’ nessuno che sia piu’ glorioso di chi pratica questa disciplina

dello

yoga della consapevolezza: in ogni circostanza sii uno yogi, caro

Arjuna.


Nel 12 capitolo della Bhagavad gita, Krishna da’ ad Arjuna delle

istruzioni

molto precise sulla coscienza di Krishna. Riporto le citazioni (e ti

spediro’ via email la mia traduzione letterale e veloce della

Bhagavad

gita, tipo “pronto soccorso”):


2. Coloro che fissano la propria consapevolezza su di me e si

impegnano

costantemente con fede trascendentale nella Mia adorazione sono

considerati

da Me i piu’ perfetti nello yoga.

8. Fissa la tua mente su di Me, applica la tua intelligenza al Mio

servizio

e certamente vivrai sempre in Me in eterno.!!!!!!

9. Se pero’ non risci a mantenere la consapevolezza sempre

concentrata

su

di Me con una perfetta pratica dello yoga, cerca almeno di

desiderare

di

raggiungerMi.

10. Se in pratica non sei capace di fare nemmeno questo, dovresti

dedicarti

al Mio servizio, perche’ potrai raggiungere la perfezione attraverso

l’azione agendo per Me.

11. Nel caso che tu non riuscissi a compiere le attivita’ del

servizio

devozionale offerto a Me, cerca di situarti nella consapevolezza del

se’

rinunciando ai frutti delle tue azioni.

12. Questa pratica e’ superiore alla ricerca della conoscenza, e la

pratica

della conoscenza e’ superiore alla semplice meditazione (dhyana).

Tale

rinuncia ai frutti dell’azione puo’ darti la pace della mente.

13. Chi non e’ ostile verso nessun essere vivente, anzi ha un

atteggiamento

gentile e amichevole, privo di senso di possesso e false

identificazioni

materiali, equilibrato nella sofferenza e nella gioia, pronto a

perdonare,

14. sempre soddisfatto, disciplinato nello yoga e determinato nelle

sue

attivita’, che impegna la mente e l’intelligenza al Mio servizio, e’

un Mio

devoto e Mi e’ molto caro.


Chiarimenti:


A. Osservando le regole del brahmacarya. Stando in India ho avuto la

fortuna di conoscere dei veri brahmacari, sono come i quattro

Kumara,

che

pur essendo i primogeniti di Brahma (e cioe’ abbastanza vecchi)

scelgono di

mantenere sempre un corpo da bambini per non avere problemi. Chi non

ha

molti poteri mistici magari non e’ in grado di arrestare la crescita

del

corpo, ma si trovano qui molti deliziosi bambini con la mente pura.

Ti

ricordi da bambino? Ecco, Gesu’ diceva la stessa cosa. Bisogna

essere

sinceri, puliti ed entusiasti come bambini per poter fare i

brahmacari, e

per poter vedere gli altri come persone e non come corpi da godere.


B. Controllo dei sensi. Significa che uno diventa in grado di

decidere

cosa

fare senza essere trascinato di qua e di la’ dai venti. Si tratta

della

stella polare del nostro viaggio, che ci consente di avere un punto

di

riferimento costante anche in mezzo alle peggiori mareggiate. Le

burrasche

in mare sono una cosa inevitabile, e se vogliamo attraversare

l’oceano

dobbiamo aspettarcele, tenendo la barca nelle migliori condizioni

possibili

per non affondare. Con la pratica costante e il distacco (cioe’ non

continuare a tormentarsi) si arriva a raggiungere lo scopo.


C. IL GUSTO SUPERIORE

Ecco la risposta a tutte le domande. Quando Srila Prabhupada

comincio’

a

predicare, non faceva del terrorismo spirituale dicendo alla gente

che

non

doveva fare questo e quello, che doveva alzarsi alle 3 di mattina e

via

dicendo (come fanno invece i neofiti per impressionare il prossimo

con

la

loro grande austerita’). Chiedeva loro di:

1. cantare Hare Krishna (in tutti i modi possibili) e ascoltare cio’

che

riguarda Krishna

2. prendere prasada (un prasada piu’ buono possibile)

3. stare in compagnia dei devoti (scegliendo quelli che hanno lo

stesso

tipo di mentalita’)

4. fare qualcosa di bello per Krishna (offriva i servizi piu’

entusiasmanti

e accettava quasi qualsiasi idea dei devoti)


La strategia di Prabhupada era che quando uno aveva assaggiato il

gusto

superiore, gli diventava piu’ facile mollare il resto. La cosa

funziona su

vari livelli: piu’ si assaggia il gusto superiore, piu’ si riesce a

lasciar

perdere gli altri gusti. Fino al gusto supremo.


Per quanto riguarda le domande specifiche, noto anche problemi sulle

uova e

sugli “intossicanti”. Secondo la mia esperienza, le uova sono

sostituibilissime. Ampliando la gamma delle ricette che si conoscono

e

si

preparano e scegliendo quelle piu’ adatte al proprio gusto, si

trovano

cibi

molto piu’ soddisfacenti e le uova diventano semplicemente quello

che

sono:

ovulazioni di gallina piu’ o meno fecondate. (bleah!)

Per gli intossicanti, credo che il problema sia simile. Con un gusto

superiore (anche solo materiale) si puo’ facilmente smettere. Un

sacco

di

gente smette di bere alcolici e caffe’ e fumare sigarette senza

sperimentare l’estasi spirituale.

Come regola generale, quando si vuole smettere di fare qualcosa,

bisogna

sempre chiedersi, “cosa mi da’ questa assuefazione per soddisfare i

miei

bisogni?” Poi ci si regola di conseguenza, sostituendo con qualcosa

di

piu’

sano e innocuo.


Mi riservo di proseguire la dissertazione in un prossimo messaggio,

perche’

il file e’ diventato enorme e il sole sta sorgendo (e’ scaduto il

mio

tempo

da e-mail). Nel frattempo ti auguro ogni successo nella vita

spirituale

(che e’ basata sulla sincerita’, quindi mi sembra che sei messo

bene).

Se

un devoto per un’intera vita rimane devoto nonostante non riesca a

passare

alla fase successiva (dopo quella iniziale), torna a Krishna. A

Krishna

tornano quelli che si ricordano di Lui al momento della morte, non

quelli

che hanno il bollino blu delle banane.

A presto,

PK


Carissimo Renzo, Hare Krishna.

Siccome l’argomento e’ estremamente importante, credo che sia

necessario

procedere alla seconda parte della discussione per chiarire ancora

meglio i

concetti.

Nel messaggio precedente abbiamo visto che:


1. La cosa piu’ importante nella coscienza di Krishna e’ ricordarsi

di

Krishna, e le regole devono servire ad aiutarci in questo senso.

2. Per arrivare a pensare sempre a Krishna bisogna diventare capaci

di

controllare la mente e i sensi, altrimenti continueremo a pensare ad

altre

cose; questa pratica della meditazione attiva su Krishna e’ un

processo

graduale nel quale e’ normale attraversare dei momenti di debolezza

e

persino dei fallimenti (o lunghe fasi preparatorie prima di riuscire

a

situarsi su un livello di controllo dei sensi sufficiente), perche’

la

potenza della mente e dei sensi (che sono emanazioni di Maya, che e’

un’energia divina) non e’ da sottovalutare. Per ampliare il concetto

di

come mente e sensi sono emanazioni di Maya, cliccare (??) cioe’ fare

la

domanda.

3. E’ necessario mantenersi ben saldi nel buon senso e

nell’intelligenza,

usando il fallimento come pilastro del successo.

4. Per controllare i sensi e la mente l’unico sistema e’ quello di

concentrarli su un gusto superiore e impegnarli nel servizio attivo

(kirtana, prasada, servizio ecc.). Cioe’ quando Maya viene impegnata

nel

servizio a Krishna diventa YOGA-MAYA (yoga significa unire,

impegnare).

Fantastico, eh? Bello il sanscrito, gia’ imparando il sanscrito si

puo’

capire molto piu’ facilmente la filosofia.


Possiamo ora procedere con la dimostrazione dei punti seguenti:


5. E’ meglio procedere gradualmente al controllo dei sensi invece

che

stringere troppo la cinghia tutto insieme e reprimersi.

6. Bisogna utilizzare i guna per elevarsi, usando la passione per

uscire

dall’ignoranza, e la virtu’ per uscire dalla passione.

7. Quando si offre a Krishna tutto cio’ che si fa, le nostre azioni

vengono

purificate (diventa tutto prasada).

8. Il primo passo nel controllo dei sensi e’ il controllo della

lingua,

attraverso la vibrazione sonora spirituale e il prasada.


E’ meglio procedere gradualmente al controllo dei sensi invece che

stringere troppo la cinghia tutto insieme e reprimersi


La Bhagavad gita raccomanda nel capitolo 3:

4. Non e’ semplicemente astenendosi dall’agire che l’uomo puo’

liberarsi

dall’azione, ne’ la pura rinuncia puo’ portare al successo.

6. Chi si astiene dalle azioni sensoriali (di occhi, lingua, naso,

tatto e

genitali) ma continua ancora a pensare agli oggetti dei sensi e’

certamente

uno sciocco che cerca di imbrogliare se stesso.

7. O Arjuna, molto piu’ apprezzabile di questo impostore e’ colui

che

comincia a controllare la mente e i sensi impegnando questi stessi

organi

(vedi sopra) in attivita’ regolate cercando di superare

l’attacamento.

*

11. I deva, signori dell’universo, saranno compiaciuti dal

compimento

del

sacrificio (azione sacra, cioe’ diffusione della coscienza di

Krishna)

e vi

ricambieranno dispensandovi ogni benedizione e felicita’.

12. Soddisfatti dal vostro lavoro spirituale, certamente i deva vi

concederanno i piaceri che desiderate e di cui avete bisogno per

vivere.

29. Coloro che sono confusi dalle influenze della natura materiale

si

impegnano in azioni materiali; poiche’ si tratta di persone

ignoranti

e

tendenzialmente pigre, non vanno distolte dall’azione. Il saggio fa

attenzione a non turbare tali persone.

33. Persino il saggio che conosce la verita’ tende ad agire seguendo

le

proprie caratteristiche naturali. A che serve reprimere la propria

natura?


Bisogna dunque procedere gradualmente (gradualmente non significa

sempre

lentamente, bensi’ “in modo sicuro”) cercando di migliorare sempre,

senza

pero’ scoppiare. Cercare di strafare, quando costituisce

un’imposizione

artificiale e non un impeto spontaneo (come nelle maratone o quando

si

e’

in estasi), porta sofferenza e distrugge il servizio devozionale.

Chi

si

ingozza si regole poi finisce per vomitare, il progresso spirituale

deve

essere digerito bene.

* Se vuoi smettere di fumare e non riesci a smettere in un giorno

solo,

diminuisci gradualmente e sostituisci.

Tanto che, mi dicono, molti seguaci di Mahaprabhu (Narottama das

Thakur,

Syamananda Prabhu ecc.) sono andati a predicare in Bengala e stati

del

Nord

est India chiedendo alla gente semplicemente di cantare Hare

Krishna,

senza

nemmeno aspettarsi che seguissero delle regole (prova a convincere

un

Bengali o un Oriya a smettere di mangiare pesce, se ci riesci). Chi

segue

tutte le regole qui di solito vive in una Math e ti assicuro che ce

ne

sono

pochissimi, le Math sono quasi deserte. Come “ricompensa” del

seguire

tutte

le regole, i residenti si sentono autorizzati a farsi mantenere

dalla

Math

senza fare un tubo (tranne poche anime veramente sincere) e quindi

la

Math

diventa semplicemente un albergo (di quindicesima categoria, ma

tanto

loro

prima vivevano uguale se non peggio) aggratis per mangiare e dormire

e

spaziare tutto il giorno. Prabhupada aveva altre idee in mente, come

ben

sai.


Bisogna utilizzare i guna per elevarsi, usando la passione per

uscire

dall’ignoranza, e la virtu’ per uscire dalla passione


C’e’ una tecnica specifica per arrivare a controllare i sensi e la

mente,

che consiste nell’utilizzare i guna come una scala per poi passare

anche al

di la’ della scala. Quando siamo immersi nell’ignoranza e nella

passione,

e’ assurdo cercare di fare i trascendentali austeri o i brahmacari

di

ferro

(che quando piove si arrugginiscono).

Dall’ignoranza (irresponsabilita’, illusione, pazzia, ignoranza,

sonno,

perdita di tempo, ubriachezza ecc.) dobbiamo passare alla passione

(azione,

lavoro, costruzione, impegno, responsabilita’, matrimonio, sviluppo

delle

relazioni, ecc.)

Dalla passione (attaccamento, possesso, lussuria) dobbiamo passare

alla

virtu’ (pulizia, onesta’, scopo superiore, desiderio di fare il bene

degli

altri, altruismo, dedizione, purezza, nobilta’ d’animo, distacco,

ecc.)

Dalla virtu’ possiamo facilmente passare alla pura virtu’, che e’ la

posizione trascendentale.


Quando si offre a Krishna tutto cio’ che si fa, le nostre azioni

vengono

purificate (diventa tutto prasada)


Come passare alla posizione trascendentale? Offrendo a Krishna tutto

cio’

che facciamo (cioe’ agendo in ogni circostanza considerandoci

servitori di

Krishna e persone impegnate nella vita spirituale). Se leggi il

libro

di

Krishna nel finalino del capitolo sul brahmana Sudama (da povero

diventato

ricchissimo) c’e’ scritto ben chiaro. Sudama visse per il resto dei

suoi

giorni gratificandosi con i regali di Krishna e accettandoli come

prasada.

In altre parole:


a. si puo’ mangiare per Krishna si mangia pensando: il mio corpo e

la

mia

mente hanno bisogno di questo nutrimento, di questi sapori e di

questa

soddisfazione (cioe’ gratificazione) per funzionare bene e svolgere

il

servizio a Krishna che e’ la mia missione in questa vita; devo fare

in

modo

da scegliere i cibi piu’ adatti e mangiare la giusta quantita’ nel

modo

giusto e nell’ambiente giusto per stare meglio in salute e mantenere

la mia

mente soddisfatta. Questo e’ il passo successivo (e separato) del

fatto di

offrire il cibo a Krishna prima di mangiare, che e’ tutto un altro

discorso

su cui si puo’ dire moltissimo.

b. si puo’ dormire per Krishna si va a dormire pensando: il mio

corpo

e la

mia mente hanno bisogno di dormire per recuperare le energie,

altrimenti

non saro’ in grado di fare un buon servizio a Krishna; se e’

necessario per

la tranquillita’ e l’efficacia del riposo devo usare un buon letto

con

buone lenzuola ecc. E desiderare di sognare Krishna (magari se

leggiamo

qualche cosa di adatto prima di andare a dormire la cosa aiuta).

c. si puo’ persino andare al gabinetto per Krishna si pensa: ora

devo

prendermi cura delle esigenze del mio corpo in modo da mantenerlo in

buona

salute ed evitare che la pressione e le tossine mi offuschino il

cervello e

quindi ostacolino la mia meditazione e il mio servizio. Il mio corpo

svolge

queste funzioni automaticamente e in modo meraviglioso, secondo il

piano di

Krishna che e’ il piu’ grande scienziato e ha progettato questa

macchina

meravigliosa. Che meraviglia, osservare in che modo le sostanze di

scarto

vengono eliminate per tenere pulito l’organismo. Krishna e’ davvero

insuperabile.

Eccetera. (ah, si puo’ anche pulire il gabinetto per Krishna,

pensando

che

si sta mantenendo la pulizia per aumentare il livello di vibrazioni

sattviche nel luogo dove si vive)


d. si puo’ guardare la televisione per Krishna si pensa: questo

programma

e’ utile e interessante, e mi puo’ dare buone informazioni che poi

usero’

per il mio lavoro di predica, devo guardarlo e mettere a buon uso le

risorse dell’energia materiale, che appartiene a Krishna. Quando

c’e’

qualche programma che invece mi puo’ appesantire la mente (orrore,

stupidita’, ecc.) metto la televisione al servizio di Krishna

spegnendola

(un atto di predica come protesta politica, se vogliamo, dato che ci

sono i

Grandi Fratelli che guardano quanta gente sceglie quali programmi,

si

chiama indice di ascolto).

e. si possono prendere delle medicine per Krishna anche se non e’

necessario offrirle in modo rituale, diventano prasada se si pensa:

queste

medicine (anche se possono contenere sostanze intossicanti o che

comunque

non si possono offrire a Krishna direttamente) sono necessarie per

la

mia

salute, in modo che io possa continuare a fare un buon servizio a

Krishna,

desidero che Krishna benedica questa mia intenzione e questo mio

sforzo di

prendermi cura di questo corpo, che e’ Sua proprieta’. Idem dicasi

se

invece di prendere la medicina sotto forma di pillola la si prende

sotto

altra forma; esempio la caffeina e’ la cura migliore per i dolori

mestruali. Invece di inghiottire pillole di Antalgil (98% caffeina,

2%

eccipienti) e bucarsi lo stomaco, e’ meglio bere una cocacola o un

caffe’

poco prima del e durante il periodo mestruale. Garantito, funziona.

A volte l’alcol viene usato per aiutare la digestione, ci sono molti

devoti

che prendono un preparato ayurvedico per la digestione che contiene

una

piccola percentuale di alcol. Questo non significa che va bene

sbronzarsi o

diventare assuefatti al bicchiere di vino; si puo’ mantenere la dose

al

minimo “medicinale”.

La stessa cosa vale per il te’ (Prabhupada lo dimostro’ direttamente

nei

primi anni a Mukunda Mj, credo, il quale racconta come un giorno lo

sorprese mentre stava bevendo del te’ e Prabhupada commento’ che si

puo’

bere se uno ne ha bisogno come medicina).

Per le sigarette e’ un po’ piu’ difficile, perche’ sappiamo bene che

il

tabacco porta una grave assuefazione in men che non si dica, e la

sua

utilita’ medicinale non e’ un granche’ (oltre a far venire il cancro

ai

polmoni e un cifra di altri problemi se uno volesse morire alla

svelta). Ti

parla una che fumava due pacchetti al giorno (cercando inutilmente

di

smettere per diverso tempo) e ha smesso di colpo trasferendosi

all’ashram

di Gaurakrishna a Milano nel 78, sostituendo la sigaretta con il

japa.

Funziona, tiene impegnata la bocca e le dita allo stesso tempo.

f. si possono lavare e stirare i propri panni per Krishna si pensa:

se io

mi presento alla gente con vestiti puliti e in ordine, mi sara’ piu’

facile

convincerla ad apprezzare la bonta’ della coscienza di Krishna e ad

ascoltare il Suo messaggio, inoltre la sensazione di benessere

sattvico dei

vestiti puliti e in ordine mi aiutera’ a mantenere pulita e in

ordine

la

mia mente cosi’ che io possa ricordarmi piu’ facilmente di Krishna e

del

Suo servizio, mentre faccio servizio diretto (pujari o cucina) o

indiretto

(qualsiasi altro servizio).

g. si puo’ fare la spesa per Krishna si pensa: per facilitare il

mio

servizio a Krishna ho bisogno di andare a radunare degli oggetti e

degli

ingredienti, nello stesso tempo devo assicurarmi di usare nel modo

migliore

l’energia di Krishna (il denaro) non spendendo piu’ del necessario e

non

facendomi imbrogliare (cioe’ devo evitare che i Ravana materialisti

approfittino di Laksmidevi).

Eccetera.


Il primo passo nel controllo dei sensi e’ il controllo della lingua,

attraverso la vibrazione sonora spirituale e il prasada


Seguendo il principio filosofico di cui sopra, e’ possibile essere

devoti e

coscienti di Krishna senza venire ossessionati e strangolati dalle

regole.

In fondo, molta gente sceglie di appartenere a una chiesa o a un

gruppo

solo come segno di distinzione sociale (tipo quelli che vogliono

prendere

l’iniziazione solo per avere il nome spirituale ed essere

“rispettabili”),

e ne segue le regole come seguisse le regole di un club, stabilite a

capriccio dai fondatori, senza apprezzarne il significato. Tipo gli

ebrei

che non mangiano carne con il latte (kosher), invece di evitare di

mangiare

la carne del tutto si arrampicano sui vetri per seguire la regola

alla

lettera tenendosi ben lontani dallo spirito perche’ e’ troppo

difficile.

Idem dicasi per la storia di “non mangiare carne col sangue”. Com’e’

possibile non mangiare sangue quando si mangia carne, che e’ fatta

di

sangue?


Lo scopo del predicatore della coscienza di Krishna e del guru (come

dimostro’ ampiamente Srila Prabhupada) consiste nel rendere la

coscienza di

Krishna piu’ facile e attraente per tutti, in modo che la gente

possa

tornare a Krishna felicemente e senza alcuna fatica (susukham kartum

avyayam), senza paranoie e senza falso orgoglio. Benvenuto nel club.

I

guru

che non fanno questo lavoro non sono all’altezza delle descrizioni

degli

shastra, oppure si occupano di un certo gruppo di persone soltanto

(bigotti, chiesaioli, ecc.) e saranno responsabili delle loro azioni

e

del

(mancato) progresso spirituale reale dei loro discepoli.


Per quanto riguarda il controllo dei sensi in generale, l’istruzione

fondamentale e’ quella di controllare per prima cosa la lingua

attraverso

la vibrazione sonora spirituale (la recitazione del japa, il canto,

la

recitazione di preghiere e mantra vari, la predica, lo scambio di

opinioni

tra devoti, la discussione su come sviluppare la coscienza di

Krishna

e

diffonderla il piu’ possibile) e il prasada (piu’ buono possibile);

anche

la distribuzione di questi due fondamentali strumenti e’ di grande

aiuto

per la nostra personale sadhana. In altre parole, se distribuisci

prasada e

fai in modo che gli altri lo apprezzino, anche la tua lingua verra’

controllata, insieme agli altri sensi, dal Maestro dei sensi

(Hrishikesha).

Bello, no?


Per quanto riguarda la domanda “quando si deve ritenere conclusa la

fase

iniziale”, non e’ mai conclusa, siamo tutti principianti. Srila

Pabhupada

stesso diceva ai suoi discepoli: prego sempre Krishna che non mi

faccia

cadere perche’ in questo mondo dimenticarsi di Krishna e’ molto

facile.

Come abbiamo visto, anche i grandi guroni possono trovarsi in serie

difficolta’, tanto piu’ serie quanto per “mantenere la facciata”

vogliono

far finta di non avere mai problemi. Se tengono ben chiuso il

coperchio

della pentola a pressione e otturano la valvola perche’ nessuno la

senta

fischiare, prima o poi ci sara’ un bel botto. Tutti sbagliano, tutti

falliscono, tutti hanno dei limiti che si stanno sforzando di

superare.

Anche i guru, perfino se non lo dicono, devono andare al gabinetto,

si

ammalano, si dimenticano delle cose, si confondono le citazioni

degli

shastra. Non per questo un devoto sincero deve essere considerato un

fallito (api cet suduracaro bhajate mam ananya bhak, sadhur eva sa

mantavyah samyag vyavasthito hi sah). Se tu sei situato

nella “bhajate

mam

ananya bhak”, cioe’ servi Krishna in modo sincero, non devi

preoccuparti di

niente, sei un santo, anche se e’ sempre bene mantentere umilmente

la

visione della propria vera posizione per evitare di perdere la

testa.

La “fase successiva” e’

semplicemente quella di ricordarsi sempre un

po’ di

piu’ di Krishna

e impegnarsi di piu’ nel Suo servizio.


PK (Parama Karuna Devi)






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