In Antartide circa 150mila pinguini sono morti a causa di un enorme iceberg che si è andato a scontrare sulla zona in cui viveva la colonia di animali impedendogli l’accesso al mare e dunque alla sussistenza.
Il calvario dei poveri pinguini di Adelia è iniziato nel 2010 quando l’iceberg (conosciuto con la sigla B090B) la cui grandezza è stata stimata al pari di quella della città di Roma, si è scontrato con la loro "casa" a Cape Denison impedendogli di raggiungere con facilità il mare. I pinguini non si sono persi d’animo e hanno cercato strade alternative per potersi procacciare il cibo necessario a loro e ai loro piccoli.
La strada verso la sopravvivenza è però davvero troppo lunga e faticosa, si parla infatti di 60 km per raggiungere il cibo e altrettanti per tornare indietro. Un'impresa eccessivamente ardua anche per questi coraggiosi e testardi animali tanto che al momento sopravvivono solo 10mila esemplari su una colonia che ne contava invece oltre 160mila.
I pinguini, infatti, non vogliono assolutamente lasciare la propria casa e nonostante tutto tornano a Cape Denison per riprodursi, in questo modo la situazione si fa sempre più critica e, secondo gli esperti, continuando di questo passo in 20 anni non resterà più traccia di questa colonia. Sembra che ci sia solo da sperare che l’iceberg si spezzi dando la possibilità ai pinguini di avere un accesso al mare più agevole (cosa che purtroppo però non è affatto probabile) o che gli animali si decidano a migrare in una zona più favorevole.
Ancora una volta vi abbiamo raccontato come i cambiamenti climatici stiano facendo maturare i loro frutti più amari a scapito sempre dei più deboli.
Francesca Biagioli
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