Simbolo della lotta alla mafia, il ricordo di Peppino Impastato si trasforma in un murales realizzato da un autore di cui non si conosce il nome. Alla finestra, sorridente e tra i fiori, il disegno sembra quasi prender vita.
Sotto l’ immagine una delle sue tante frasi celebri che racchiudono il messaggio che per tutta la breve vita ha lanciato alla sua Sicilia e non solo, quello di non piegarsi alla mafia e all’omertà.
Nel 1976 Peppino Impastato fonda Radio Aut, una radio libera autofinanziata. La sua voce diventa lo strumento per denunciare i delitti mafiosi di Gaetano Badalamenti e i suoi affari da Cinisi e Terrasini legati al traffico internazionale di droga e al controllo dell’aeroporto. Con la trasmissione Onda pazza sbeffeggia politici e mafiosi, quest’ultimi decidono di tappargli per sempre la bocca.
Nella notte tra l’8 e il 9 maggio viene assassinato, ma il suo delitto passa quasi inosservato perché nelle stesse ore viene ritrovato il corpo di Aldo Moro in via Caetani a Roma.
Il mondo della musica, del cinema e della televisione da sempre omaggia Peppino Impastato e da qualche giorno, anche tra i vicoli di Genova, lui vive. Perché la mafia uccide ma il silenzio pure.
Dominella Trunfio
Foto: Repubblica
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