Helga Schneider Blog » -Cara amica ti scrivo 2

Cris:
Ciao Helga!
E’ un pezzo che trascuriamo la nostra pagina “cara amica ti scrivo”, ma nel frattempo sono successe molte cose e non c’è stato mai veramente il tempo per cercare un nuovo argomento.

Helga: Di nuovi argomenti ce ne sarebbero davvero molti, ma abbiamo deciso di tenerci oggi un po’ sul leggero. C’è già tanta preoccupazione in giro per quest’Italia dei mille problemi, soprattutto per il ceto sociale più debole. Fa rabbia quando un governo si precipita subito a toccare le pensioni e la prima casa con l’Imu per salvare la baracca. 

Cris: Hai ragione, quindi oggi restiamo “leggeri” e io introduco il tema con una cosa che mi ha riferita qualche giorno fa un’amica.

Helga: Sentiamo…

Cris: Suo cugino, di ritorno dagli Stati Uniti, le ha raccontato con grande entusiasmo di aver assistito a New York a uno spettacolo di Burlesque e vorrei parlarne con te. Io, moglie e lavoratrice, con una vita senza troppe scosse, tra le difficoltà di tutti i giorni compensate dalle soddisfazioni e dagli affetti familiari, non posso proprio immaginare che cosa succeda durante uno show di Burlesque. Ho letto che è uno spettacolo nato nell’ottocento in Inghilterra, e che attualmente si sta diffondendo con incredibile velocità in tutto il mondo. Ma che cos’è in realtà? Uno spettacolo di spogliarello?

Helga: E’ una specie di progenitore, ma più spiritoso, più malizioso, anche se resta uno striptease con abiti vintage e piume di struzzo. Ma non è mai volgare, deve sedurre e divertire nello stesso tempo con l’ausilio della musica, della danza esotica, parodie di dive del cinema di altri tempi e costumi d’epoca. 

Cris: So che in alcune città italiane esistono corsi che insegnano il Burlesque. Secondo te che tipo di donna si iscrive? Anche donne sposate?

H: Non ne ho idea, ma perché no? Perché una moglie non dovrebbe voler imparare a muoversi con ironia e nello stesso tempo con sensualità nella camera da letto coniugale?

C: Io veramente nutro dei dubbi che un marito sia contento che la moglie vada a un  corso di burlesque…

H: Credo che i mariti delle ultime generazioni non ci vedano nulla di male.

C: Mah! Mi piacerebbe indagare un po’ tra le mie amicizie. Piuttosto: mi hai detto che nel tuo prossimo libro racconti anche dei locali notturni di Vienna dove si esibivano strip-tease provenienti da tutto il mondo.

H: E’ vero. Gli anni cinquanta sono stati la stagione d’oro dello spogliarello. Lo strip-tease nacque a Parigi, e dove sennò? A Parigi nacque anche la moda degli spogliarelli dei travestiti. C’era ad esempio un personaggio molto famoso a quel tempo che si chiamava Jacques-Charles Dufresnoy, alias Coccinelle, che è diventato, dopo un’operazione chirurgica effettuata nel 1958 a Casablanca, allo stato civile Jacqueline-Charlotte Dufresnoy. Il caso ebbe enorme risonanza e suscitò veementi proteste tanto che fino al 1978 nessun transessuale poteva cambiare stato civile in Francia. La carriera artistica di Coccinelle iniziò nel 1953 con il teatro di rivista, in particolare al “Chez Madame Arthur”, celebre cabaret di Parigi, dove si esibivano regolarmente trasformisti di ogni parte del mondo. Coccinelle ha dato per la prima volta visibilità alla realtà del mondo dei trans in anni di pieno oscurantismo.

(Foto: Coccinelle)

Documentari come “Europa di notte” fecero infine conoscere a livello planetario locali francesi come le “Folies Bergère” di Michel Gyarmathy e il “Crazy Horse” di Alain Bernardin, nei quali si esibivano donne bellissime come Liliane Montevecchi e Rita Renoir, Rita Cadillac, Dodo D’amburgo, Victoria Nakin e l’italiana Rosa Fumetto, che debuttò al Crazy Horse nel 1968.

    

C: In Italia lo spogliarello prese piede?

H: Negli anni cinquanta-sessanta qui era molto in voga, ma non arrivò mai alla versione integrale come accadeva all’estero, e i “night” erano sotto il controllo delle forze dell’ordine.

C: A Vienna invece?

H: Quando avevo vent’anni e vivevo a Vienna da sola, senza famiglia, e con una gran voglia di fare carriera in qualche campo, la città era piena di night-club nei quali si esibivano stripteuses di tutte le nazionalità, con numeri fantasiosi e costumi molto costosi. 

C: Per quale motivo le donne sceglievano questo mestiere piuttosto  particolare?

H: Forse perché dopo la guerra dilagava ovunque la disoccupazione, oppure per esibizionismo, non saprei dire.

C: Tu e i tuoi amici frequentavate i night-club?

H: Non avevo molti amici a Vienna, e per avere la risposta dovrai leggere il mio nuovo libro.

C: Quando uscirà?

H: Lo sai che devo rispondere ogni giorno a questa domanda? La data non è stata ancora stabilita dall’editore.

C: Non vedo l’ora di leggerlo!

H: Beh, anch’io. Un conto è avere prodotto un manoscritto e altro è averlo in mano stampato.

C: Deve essere una grande emozione.

H: E’ il pane dello scrittore. 

via helgaschneider.net