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Ridateci la Terza Classe! (ovvero “I Poveri Viaggiano In Macchina”) | quintoelemento/musical

…. ovvero “Viaggio in Italia” ovvero “Fecciargento”, cronaca breve di Pepe Ramone.

“Ero pronto, ero pronto a tutto. Venti? Si, forse da vent’anni non affrontavo un viaggio in treno di lunga percorrenza tra i meravigliosi panorami italici. Ero pronto, pronto ad affrontare emigranti poco adusi all’igiene personale, famigliole di terroni vocianti di ritorno da “lu paese”, giovani insegnanti dirette a Bergamo per la “graduatoria”, scontri verbali per occupare il posto riservato con ampio anticipo (“mi scusi, mi spiace svegliarla, potrebbe liberare quel posto?” Risposta: “Gnhrrrhf!!”),   pronto a tenere sulle ginocchia la valigia a fronte di spazi per bagagli intasati di enormi colli e pacchi di generi alimentari… i panini portati da casa…  i velleitari studenti fuori sede (velleitari ma sfigati, quindi ancora tollerabili..)  ero pronto al caldo, insopportabile, e poi al finestrino aperto con l’inevitabile assordante rumore di rotaie, alla polvere, alla vecchia pelle dei sedili consunta,  allo scompartimento,  6 persone più o meno mal assortite (ma solo 6) al limite al posticino nel corridoio, spostandosi quando passa il tizio del caffe… insomma, certo, non avevo portato il walkman con la cassettina di “Meat Is Murder” però avevo un portatile ed una chiavetta per la connessione!! … Ero pronto, pronto al peggio insomma! Ad una sola cosa non ero pronto, al fatto che, dopo  vent’anni niente di tutto questo esisteva ancora!

Già il treno non è un treno ma è un “Freccia Argento”. Cavolo, bello! Niente più scompartimenti, un signorile “open space”, e nessuna traccia di quella orribile tappezzeria melange pastello che aveva sostituito la pelle nei “mid eighties”. Un gradevole fresco, nessun odore, finestrini ampi (vabbè, non si possono aprire, ma non serve, l’aria è condizionata).  Benessere. Ma già qualcosa  s’increspa  quando una voce (maschile, in inglese) comincia a vantare le lodi di un “High Quality Salami” che avrei trovato nel vagone ristorante, e quando una voce (femminile, in italiano) promette un “esclusivo Welcome Drink” ai fortunati utenti della 1° Classe. Partiamo, in perfetto orario. Comincio a guardarmi intorno e non vedo traccia delle antropologie cui ero abituato e che mi aspettavo di ritrovare, anzi! tutti molto puliti, a volte anche eleganti.

Valige piccole, pochi bambini, anzi, guardo meglio… nessun bambino!

Lentamente ma inesorabilmente ognuno comincia ad esibire la propria personal device. Passano davanti ai nostri occhi alcuni tra i panorami più belli ed armonici che si possano vedere, eppure…nessuno volge lo sguardo fuori da finestrino, neanche per un attimo. Il Mare! Cominciano a suonare i cellulari. Già le suonerie lasciano trasparire dietro cotanta apparente sobrietà un inaspettato cenno di “tamarria”. Dal “latino” al ghirigoro new age, ma a volumi inesorabilmente elevati, il profilo “riunione” ignoto. Né l’esibita sobrietà impedisce a costoro di rispondere con tono di voce sfacciatamente alto.  (….avete presente quando il trip va a male e la visione idilliaca diventa incombente e mostruosa? Ci siamo! )

Incomincia la famigliola giovanile: mamma (divorziata, senza la fede con maglietta di Al Pacino e jeans neri) risponde al telefono (suoneria, una sorta di “macarena”) in un italiano approssimativo racconta qualche aneddoto familiare, i due figli, adolescenti, aprono il portatile e caricano il film splatter “Quella Casa nel Bosco”. Incuranti dell’intorno lo guardano, commentandolo, ad un volume inaudito (nessuno sembra disturbato). Dietro di me un anonimo “giovane” addobbato in stile Tecnocasa ascolta in cuffia una selezione dubstep portando gli speaker ad un livello di saturazione impegnativo. Il gradevole frescolino è ora un freddo intenso, secco. E’ il 15 giugno, ma devo indossare una giacca, i piedi restano congelati. Provo ad abituarmici.

Siede accanto a me una tizia molto magra, 35 anni, bruttoccia, scarpe comode, jeans, maglietta con Mafalda. E’ nervosa, sfoglia senza leggerla, una versione economica de ‘Il Fantasma di Canterville’(4 €uro e 90). Armeggia nervosamente col Blackberry poi chiama. Sembra abruzzese (ma usa intercalari torinesi) è una broker finanziaria, deve raggiungere un “obiettivo”, l’8%!!! Chiama due o tre sottoposti, sono ancora al 7.24%… “Ma dov’è A****?, lo sapevo che si imboscava”, “Buttate dentro i 2.000 di M*******, sono pochi, ma se si deve raggiungere l’obiettivo..”, “io darei la testa nel muro..”, “ mangiare? Hahaha, è vero, dovrei cominciare. ..’sto treno?? ‘na baracca! ”…“ cercalo tu e fammi sapere, sono sicura che non ha chiamato e sta inventando una scusa..”. Quatto ore, ininterrottamente (per l’obiettivo niente da fare, alle 18.00 saranno ancora al 7 ,8%).

http://www.giochi-gratis.us/files/image/0296_winx_bloom_makyaj.jpgDi là, un paio di posti più avanti la classica belloccia da discoteca, due mollette sui lunghi capelli, jeans e maglietta aderenti, look giovanile ma oltre il tempo massimo (effetto “Winx scaduta”) è probabilmente in coca (o ne fa abitualmente uso), organizza “eventi”. Gesticola e rotea gli occhi. Sul braccio un paio di versi tatuati, accento emiliano, occasionali (volute) inflessioni romanesche come “operazione simpatia”. La sua è un’unica, ininterrotta telefonata di un paio d’ore, a settembre deve organizzare una cosa grossa, per un comune, è indecisa tra J-Ax e l’Orchestra Casadei (l’assessore preferirebbe…). “Per quell’altra storia c’è Francesco Monte (??)  capisci?? Ti porto il numero 1!! Lui e Molella per 5000 € e non ci metto sopra niente per me, ma quello mi propone ‘sto posto da sfigati che non ci vengono neanche 300 ragazzini, ma questo ti fa 6.000 persone, ma in un posto top! Capisci, quello ci porta la sabbia da Dubai e le palme che costano 10.000 euro l’una.. e il bordo piscina?… cioè, non è colpa né mia né di Nausicaa, quella è solo colpa del comune che non ha dato l’agibilità, del resto se questi non si muovono salta pure il ferragosto..Quello? ma quello è ‘no sfigato, f-i-n-i-t-o!  Ma che ce faceva co’ Platinette e Gabry? Il format era tutto un altro stile..”  Due ore, una mitraglia. Intanto, di fronte a me, un automa stempiato in camicia nera batte sul Blackberry a velocità raggiunte solo dalla creatura sintetica di A Come Andromeda. Mai alzato lo sguardo. Mai.

Una coppia di ragazzi sono seduti uno di fronte all’altra. Entrambi hanno qualcosa griffato Paul Frank (lui la borsetta, lei il guscio dello smartphone). Guardano l’uno verso l’altra, ad interrompere lo sguardo lo smartphone su cui lei guarda un film ed il Game Boy su cui lui si destreggia con Mario Bros tenuti in alto con le braccia tese.

La temperatura nel frattempo s’è fatta polare. Non ho fame, decido comunque di alzarmi per raggiungere il favoleggiato vagone ristorante, per lo pihttp://www.pulled-up.it/wp-content/uploads/2011/03/hipster-people.jpgù  in cerca di un po’ di silenzio e per niente incuriosito dalla vantata “list of Italian dishes”. Ci arrivo facilmente, i tre vagoni sono sgombri e puliti. Qui e là qualche giovane trend-setter “sciabolato”, ciuffo e jeans come collants.

Curiosamente i gestori del raffinato buffet sono i soliti simil-camorristi di sempre (sembrano gli stessi abusivi che vendevano panini/caffè/aranciate/coche-cole, ma con una più sobria e spersonalizzante uniforme verdina). Per altro del suddetto buffet non c’è traccia… la scelta è tra il consueto toast e un panino al prosciutto (4€).   Opto per il panino. “Lo scaldo?” Acconsento con un cenno, nel frattempo l’interconnessione compulsiva invade anche questo piccolo ambiente. 35 anni, fisico di Luciana Turina, guardaroba di Lady Gaga. Anche lei urla al telefono, senza ritegno. E’ una Graphic Designer, credo abbia lavorato per un ufficio pubblicitario, scaricata per incompatibilità caratteriali, racconta delle storie, dei dialoghi tra lei e la direttrice (lesbica, dice). Il racconto ha non poche similitudini con la trama de Il Diavolo Veste Prada. Ma con accento barese. Caffè 1.5€.

Torno al mio posto, più avanti fa capolino la pagina Esteri di Repubblica “Egitto, ma la Primavera può ripartire”. Accanto a me un 40enne, jeans chiari ma non usurati, polo Fred Perry celeste, mocassini Timberland, legge il Corriere e il Sole 24 Ore (e relativi allegati), si ferma sulla pagina della cultura e della borsa, poi approfondisce le due pagine sull’A.D. di Pitti Immagine.. qualcosa stona… si, la faccia, la corporatura… venti, trenta anni fa sarebbe stato un radioamatore, un diplomato alla Scuola Radio Elettra, o uno che modifica marmitte. Anche lui parla dei fatti suoi ad alta voce. Avevo ragione. Anche lui nasconde il coatto sotto un guscio “Montiano”..

La single con l’occhiale griffato dall’altro lato del corridoio invece spiega alla madre cosa vuol dire la dicitura su facebook “relazione complicata”, inframezzandola con dettagli pruriginosi su zie e cugine. Ci vuole un po’… quei 40 … 50 minuti..

Più in là una voce discreta e compassata di un uomo di mezza età da indicazioni sul come comportasi per ottenere quel finanziamento dalla Comunità Europea.

….Ma la gente normale? E i poveri?? Già ma i “poveri”??? Sette interminabili ore e non si è visto un “povero”. Ma non c’è più, non so, un bracciante, un marocchino, un impiegato delle poste… un “lavoratore”, uno!! Ma neanche un povero, ma almeno uno “normale”, che so, una famiglia con un paio di bambini che va a trovare la zia..

Ah!! Già!! Un altro dettaglio, è sempre questione di dettagli….il biglietto…. Il biglietto costa (A/R) più di 200 € !!! Ma come ca**o fa un povero a viaggiare in treno?? E se avesse famiglia?? Quattro persone fanno (A/R) 800 Euri!!! Uno stipendio!! In macchina, nonostante il prezzo ricattatorio dei carburanti si spende la metà… Il treno non è per i “poveri”, è per il terziario avanzato, per i single, per chi viaggia per “lavoro”, non è roba per poveri, per i poveri c’è la macchina. E il senso di colpa, perché l’automobile “ha maggior impatto ambientale”!  La macchina è brutta, volgare, roba da coatti.  Il povero “distrugge il pianeta”!! Fa figli, l’irresponsabile!! Il Treno invece, il treno è “smart”, elegante (chissà come sarà ITALO!!!) mentre viaggi sei su facebook e controlli la mail, guardi un film, lanci un Tweet, leggi riviste di bioarchitettura, o l’inserto de La Stampa, cose indispensabili per il terziario avanzato (per lo più improduttivo quando non speculativo) . Ecco chi sono! Ecco cosa originava quella strana esperienza tridimensionale e multisensoriale di “social networking“, quel “cloud” pscichico, quelll’ipertesto isterico e fuori controllo, quello spamming tridimensionale! Ecco cos’era questo sguaiato agitarsi, questo sciame molesto e parassitario di sepolcri imbiancati, sobri, informati, “moderni”, “montiani”, europei, “freddi”, tecnologici, interconnessi. Fuori. Dentro: cloache di vogarità, egocentrismo, affarismo, superficialità e crassa ignoranza.

Sarò costretto a riprenderlo quel treno, purtroppo. Quanto mi piacerebbe però viaggiare in Terza Classe, in fondo al treno, tra gente che lavora (o magari che ruba, ma apertamente!)  e che, se si vanta, si vanta dei figli che studiano, o parla di cucina, di quella volta che è stato a Pisa (nel ’76), o del medico in cui spera (ma che sta “a Milano”), o di calcio, delle tasse, o, meglio, guarda fuori dal finestrino e sta zitta. E se esibisce qualcosa, esibisce la propria solitudine, sperando che uno sguardo vi ponga fine, invece di esibire “complessi intrecci di interessi e relazioni” (più o meno virtuali) per mascherare la propria disperata, inesorabile nullità.

Attenzione, il contenuto di questo racconto è de-iperbolizzato e, per quel che ha consentito la mia scarsa memoria, fedele a quanto osservato.

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