Possiamo dirlo? Finalmente! Oggi è un giorno importante, tutte le maggiori agenzie di stampa e quotidiani riportano questa notizia: i test sugli animali possono (e aggiungiamo noi devono) essere sostituiti da quelli sulle colture cellulari dato che sono ugualmente efficaci nel verificare la tossicità delle sostanze.
Noi lo diciamo da parecchi anni, i test sugli animali sono un’inutile crudeltà dato che è possibile fare lo stesso lavoro, con risultati anche migliori, servendosi di altri sistemi forse inizialmente più costosi (finché poi non entrano pienamente a regime e non vengono utilizzati da tutti) ma sicuramente più efficaci ed etici.
La ricerca di Ruili Huang, dell'Istituto nazionale per la salute (Nih), lo dice forte e chiaro: non è necessario utilizzare animali per testare la tossicità di farmaci, pesticidi o additivi alimentari. Un’alternativa migliore c’è e si tratta di colture di cellule.
Lo studio di Huang si è basato sui dati di Tox21, Toxicology in the 21st Century, un ampio progetto americano voluto dall'Agenzia per la protezione dell'ambiente (Epa), l'Agenzia del farmaco (Fda) e altri enti americani. Lo scopo? Trovare metodi più efficienti in grado di testare la pericolosità delle sostanze chimiche per l’uomo ma anche per l’ambiente.
A questo scopo sono stati analizzati gli effetti di oltre 10mila sostanze sia in vitro (utilizzando colture di cellule umane) che in vivo (su animali). Risultato? Confrontando oltre 50milioni di dati ottenuti con entrambi i test si è visto come le colture cellulari siano molto precise nella valutazione degli effetti tossici delle sostanze chimiche analizzate.
Anche sulla base di questa ricerca, adesso abbiamo pieno diritto di chiedere a gran voce che, tempi tecnici permettendo, tutti utilizzino esclusivamente test tossicologici effettuati su colture cellulari in vitro.
Francesca Biagioli
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