Medici di famiglia: l'assistenza negli studi sarà garantita per 16 ore, 7 giorni su 7, con gli studi aperti dalle 8 alle 24, mentre nelle ore notturne entra in campo il 118 o il pronto soccorso, mentre la figura della guardia medica è destinata a scomparire. I medici non ci stanno e mercoledì 11 maggio incroceranno le braccia.
Una “rivoluzione a metà”, lamentano infatti, i medici per mercoledì hanno organizzato una manifestazione a Roma, in piazza Montecitorio, dalle 9 alle 14 lanciando un appello a Renzi: “Non spegnere le luci all'assistenza medica notturna” - #sìH24noH16.
Con il Sindacato dei medici italiani, scenderanno in piazza anche Cgil-Cisl-Uil, Simet, una delegazione dell'Anci piccoli comuni (dove si teme possa diventare molto complicato essere certi dell'assistenza) e associazioni di consumatori.
La decisione di tenere aperti gli studi dei medici di famiglia dalle 8 alle 24 (7 giorni su 7) sembrava essere la soluzione di tanti problemi, in primis il sovraffollamento nei pronto soccorso, ma se da un lato c’è stato l’allungamento orario dei medici di base, dall’altro vi è stata la cancellazione delle guardie mediche notturne. Il nuovo modello assistenziale, inoltre, prevede di unificare la guardia medica con i camici bianchi di base creando delle “Aggregazioni territoriali funzionali” in grado di garantire assistenza dalla mattina presto a mezzanotte.
“Si tratta di una riforma estremamente positiva - commenta il ministro della Salute Beatrice Lorenzin - e credo sia un passo fondamentale per l'integrazione tra territorio e ospedale. Era un atto atteso da tempo e sono molto soddisfatta”. E in più, circa i timori di una scarsità del personale la ministra garantisce che 16.500 guardie mediche saranno spostate nella fascia 8-mezzanotte. Oggi sono loro che rispondono, ogni anno, a oltre tre milioni di chiamate.
Ma i medici controbattono: “Se si taglia la guardia medica, c'è un rischio di sovraccarico delle strutture ospedaliere e del 118 – spiega Costantino Troise, segretario generale dell'Anaao Assomed, sindacato autonomo ospedalieri. La sanità è un sistema di vasi comunicanti: se scende l'offerta da un lato, c'è bisogno di aumentarla dall'altro”.
Se si elimina la guardia medica, sostengono dalla Cgil, “si elimina chi è incaricato di visite domiciliari e consulenze telefoniche che possono risolvere il problema, evitando di andare in ospedale”, mentre è di parere opposto la Federazione dei medici di medicina generale Fimmg, secondo cui “l’assistenza sarà garantita nelle sedici ore, quando c'è una maggiore richiesta”.
Insomma, secondo i sindacati, il nuovo atto “riduce di fatto l'assistenza della medicina generale da 24 ore su 24 a 16 ore nei giorni feriali e a 12 ore il sabato e i festivi, delegando tutti gli interventi sanitari, dai codici bianchi ai codici rossi, al sistema di emergenza urgenza 118, dalla mezzanotte alle 8 nei giorni feriali e dalle 20 alle 8 nei giorni di sabato e festivi”. In pratica, sottolineano, “se tale progetto dovesse essere attuato, i medici del 118 dovrebbero occuparsi anche di febbre, mal di pancia, mal di schiena, con il rischio di lasciare scoperto quel paziente a cui il 118 può salvare la vita. Inoltre per qualunque malore notturno il cittadino rischia di andare al pronto soccorso”.
Germana Carillo
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