Oggi il Senato dovrebbe esprimere il suo giudizio definitivo sulla cosiddetta legge bavaglio, una norma realizzata sull’onda emotiva del caso Sallusti (il direttore del quotidiano Il Giornale condannato a 14 mesi di reclusione per motivi di diffamazioni a mezzo stampa) che da una parte dovrebbe depennare il carcere per i giornalisti ma dall’altra, andando contro ogni regola di buonsenso, potrebbe obbligare i blogger a rettificare quanto scritto sui propri siti in caso di richieste avanzate da eventuali “parti lese”, pena una multa fino a 25.000 euro.
Ad introdurre l’assurda norma, che in pratica assimila qualsiasi blog indipendente a testate cartacee con milioni di entrate pubblicitarie e sovvenzioni statali, è stato un emendamento presentato il 26 ottobre dal Senatore Mugnai del Pdl ed approvato nella stessa giornata dall’assemblea di Palazzo Madama. Il suo testo recita chiaramente che tutti i “prodotti editoriali diffusi per via telematica, con periodicità regolare e contraddistinti da una testata” hanno l’obbligo di rettifica di cui sopra.
Tanto è bastato affinché la Rete italiana piombasse nuovamente nell’angoscia di una legge ammazza-blog e crescesse l’indignazione dei blogger, sempre più convinti di trovarsi nel Paese sbagliato indipendentemente da chi sieda nella stanza dei bottoni. Anche Wikipedia si è mossa contro l’assurdità delle nuove norme ed in tutte le pagine della sua versione italiana ha pubblicato il seguente messaggio:
Gentile lettore, gentile lettrice,
ancora una volta l’indipendenza di Wikipedia è sotto minaccia.
In queste ore il Senato italiano sta discutendo un disegno di legge in materia di diffamazione (DDL n. 3491) che, se approvato, potrebbe imporre a ogni sito web (ivi compresa Wikipedia) la rettifica o la cancellazione dei propri contenuti dietro semplice richiesta di chi li ritenesse lesivi della propria immagine o anche della propria privacy, e prevede la condanna penale e sanzioni pecuniarie fino a 100 000 euro in caso di mancata rimozione. Simili iniziative non sono nuove, ma stavolta la loro approvazione sembra imminente.
Wikipedia riconosce il diritto alla tutela della reputazione di ognuno e i volontari che vi contribuiscono gratuitamente già si adoperano quotidianamente per garantirla. L’approvazione di questa norma, tuttavia, obbligherebbe ad alterare i contenuti indipendentemente dalla loro veridicità. Un simile obbligo snaturerebbe i principi fondamentali di Wikipedia, costituirebbe una limitazione inaccettabile alla sua autonomia e una pesante minaccia all’attività dei suoi 15 milioni di volontari sparsi in tutto il mondo, che sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per “non avere problemi”.
Wikipedia è la più grande opera collettiva della storia del genere umano: in 12 anni è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. L’edizione in lingua italiana ha quasi un milione di voci, che ricevono 16 milioni di visite ogni giorno, ma questa norma potrebbe oscurarle per sempre.
L’Enciclopedia è patrimonio di tutti. Non lasciamo che scompaia.A rendere il tutto ancora più grave (e per certi versi grottesco) è una recente sentenza dei Giudici della Corte di Cassazione secondo la quale un blog, per esistere, non deve essere registrato obbligatoriamente al Tribunale della Stampa. Insomma, un blog non è un giornale tradizionale, ma a quanto pare ai promotori della legge bavaglio questo concetto, che a noi pare così elementare, non riesce proprio ad entrare testa. Chissà perché, forse perché noi, cittadini, abbiamo a cuore la libertà di espressione e qualcun altro no? Misteri tutti italiani.
via geekissimo.comLa votazione continuerà la mattina del 30 ottobre su http://webtv.senato.it/291121/wtvcopertina.htm
Aggiornamenti http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Bar/Discussioni/Ddl_diffamazione_2012_…
via abcloud.org
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