Da giorni sui giornali si legge di tutto di più su Mario Monti. Lo danno nell’ordine: a) prossimo segretario di Stato in Usa (e dopo l’infortunio di Hillary Clinton le sue quotazioni sono salite); b) prossimo allenatore del Borussia Dortmund; c) prossimo galoppino (quello che porta i voti) di Quagliariello, che brutta fine solo immaginarlo.
Proviamo a mettere ordine. Anche se pure io non è che abbia compreso granchè.
Il punto è che Monti non è Berlusconi che parla con cinquecento persone sparando cazzate. Non è Bersani, che deve rendere conto a Livia Turco e Massimo D’Alema e alle mille correnti interne. No. Monti parla con poche persone che a loro volta non parlano con nessuno.
Ora viene fuori la verità dei giornali italiani. La gran parte dei cronisti parlamentari ciondola per il transatlantico raccogliendo chiacchiere. Ora che i chiacchieroni non abitano più alla Camera e al Senato, per i cronisti italiani so’ cazzi.
Io, nel mio piccolo, non prendo settemila euro al mese come un giornalista parlamentare qualunque. Per cui se sbaglio mi corregerete perché io non sono borioso, posso scrivere qualche cazzata e se lo faccio chiedo scusa.
Sono stato a palazzo Chigi e mi son fatto raccontare un po’ di cose.
Monti non ha ancora deciso che farà. Se si candiderà premier (come chiedono i centristi e quei quattro profughi del centrodestra che sperano di sopravvivere a Berlusconi e non vogliono andare a picco con quel Titanic di nome Pdl) oppure preparerà una sorta di decalogo che andrà sotto il titolo di agenda Monti e poi chi ci sta ci sia (come supplica il Pd).
Ma una cosa è certa. Il Prof sta mettendo in piedi una coalizione in cui ci andrà di tutto. Udc, Riccardi-Montezemolo, Fli, Pdl-montiani e una sua lista civica che sarà una sorpresa dell’ultimo momento e a cui ci stanno lavorando in gran segreto alcuni fedelissimi. Sarà una sorta di pentapartito in versione terzo millennio. Con cattolici e laici. Una coalizione di ispirazione gollista non con una forza predominante sulle altre ma che tenga assieme tante anime diverse. Anche esperienze diverse in modo che non possa alcuna fagocitare le altre.
Il comune denominatore è cambiare l’Italia. Profondamente e radicalmente.
Nei prossimi giorni muterà nettamente la comunicazione di Monti. Il premier parlerà sempre meno di sacrifici con il chiaro intento di spiegare che quelli che andavano fatti son stati fatti e che adesso bisogna raccogliere i frutti.
Preparatevi, il bello deve ancora venire.
Monti prepara la sua coalizione. Lo slogan: "Abbiamo fatto i sacrifici, ora raccogliamo i frutti", pubblicato su Il Portaborse il 15/12/2012
© IlPortaborse per Il Portaborse, 2012. | Commenta! |
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