Libero arbitrio: siamo liberi o prigionieri del nostro cervello? Un’incursione tra alcuni filosofi e scienziati d’oggi
di Luciano Peccarisi
“Nell’accezione più ampia possibile il Sé di un uomo è la somma totale di tutto quanto egli PUO’ definire suo, non solamente il suo corpo e le sue facoltà psichiche, ma i suoi vestiti e la sua casa, sua moglie e i figli, i suoi antenati e i suoi amici, la sua reputazione e le attività lavorative, le proprietà terriere e i cavalli, lo yacht e il conto in banca … Se queste cose crescono e prosperano, egli si sentirà trionfante; se perdono d’importanza e svaniscono, si sentirà abbattuto, non necessariamente con lo stesso grado d’intensità per ogni singola cosa, ma sostanzialmente allo stesso modo per tutto” William James
Mi muovo spesso in modo automatico ma non me n’accorgo. Freno di colpo davanti ad un ostacolo, prima ancora di rendermene conto, “il processo d’inizio di un’azione volontaria”, come dice Libet, “ avviene in modo inconscio” 1. A parte nelle patologie, quali ad esempio la fuga epilettica dove si cammina senza coscienza o anche nel sonnambulismo che è una condizione particolare. Anche quando guidiamo in auto lungo lo stesso tragitto percorso tante volte possiamo farlo distraendoci, parlando con un altro, seguendo il corso dei nostri pensieri, ed arrivare alla meta senza accorgerci come. Alcuni dicono che noi siamo solo macchine, sia pure altamente sofisticate. Le macchine non hanno vita spirituale e non sono responsabili di quello che fanno. La maggior parte di noi attribuisce al cervello proprio una vita spirituale. Dovuto forse alla tradizione religiosa e filosofica e alla sua ostinazione a distinguere nell’essere due regioni di natura ontologicamente diversa, quella dell’anima mente e quella della materia cervello.
via Cult of Soup http://provetecnichevarie.wordpress.com/2013/06/27/libero-arbitrio-siamo-liberi-o-prigionieri-del-nostro-cervello-unincursione-tra-alcuni-filosofi-e-scienziati-doggi/
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