Osho dichiarò esplicitamente di non avere nulla contro l’omosessualità – “è la tua vita, devi decidere tu; chi sono io?”; fra i suoi discepoli, peraltro, c’erano molti omosessuali, e questo non fu mai un problema. L’omosessualità, secondo Osho, è uno sfogo sessuale del tutto equivalente all’eterosessualità, ed è uno dei quattro stadi dello sviluppo sessuale dell’uomo: il primo stadio è la masturbazione, il secondo stadio è l’omosessualità, il terzo stadio è l’eterosessualità, il quarto stadio è asessuale, è lo stadio del brahmacharya, e solo quando si raggiunge il quarto stadio è possibile accedere al nucleo più intimo del proprio essere. I primi tre stadi, pertanto, vanno oltrepassati. In tal senso, dunque, l’omosessualità diventa un ostacolo alla piena crescita spirituale dell’uomo. Infatti, più si arriva a comprendere la donna e l’uomo esterni, maggiore sarà la comprensione dell’analoga polarità interiore: un uomo non è solo uomo, è uomo-donna, è nato da un uomo e da una donna, è metà e metà, e così anche la donna, e l’unione interiore suprema, l’alchimia interiore è possibile solo se si impara la via nel mondo esteriore. Osho puntualizzò che questa non è una condanna (“io non condanno nulla”) ma, costituendo il sesso una delle parti più essenziali del nostro essere e la nostra energia primaria, è fondamentale viverlo con estrema attenzione e consapevolezza.[96]In diverse occasioni, dunque, fu indulgente con l’omosessualità, in altre fu più duro, ritenendola il frutto di repressione e condizionamenti negativi. Ribadì comunque la legittimità dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.
via Cult of Soup http://provetecnichevarie.wordpress.com/2013/08/17/osho-rajneesh-omosessualita/
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