Ce lo dicono i risultati dello studio Legambiente-Euromobility sulla mobilità degli studenti, realizzato con la collaborazione di #Salvaiciclisti, Fiab, Rete Mobilità Nuova e SISTeMA (società spin–off dell'Università La Sapienza) su un campione di 5.516 ragazzi di 8 città, Bologna, Carrara, Catania, Potenza, Ravenna, Roma, Torino e Venezia-Mestre.
Sono stati proprio i ragazzi delle superiori, con la supervisione dei tecnici delle due associazioni, a vestire i panni dei mobility manager e ad analizzare gli stili di mobilità dei loro coetanei nei centri urbani di. Cosa è emerso? A 15 e 16 anni l'uso di veicoli privati a motore come conducente o come passeggero si attesta al 30% circa.
Lo 0,9% dei 15enni guida il motorino e la percentuale cresce al 3,5% tra i 16enni. Al crescere dell'età aumenta l'uso di scooter e macchine, fino a raggiungere la percentuale di quasi il 40% a 19 anni e di addirittura il 50% circa a 20 anni.
Ne hanno discusso ieri a Roma Erasmo D'Angelis, sottosegretario del ministero Trasporti, Giuseppe Dodaro, segreteria tecnica ministero Ambiente, Lorenzo Bertuccio (Euromobility), Alberto Fiorillo (Legambiente) e Valeria Pulieri (Rete Mobilità Nuova), che hanno tutti sottolineato come queste cattive abitudini nella scelta del mezzo per lo spostamento casa-scuola influiscano anche sulle emissioni inquinanti.
Non è un caso, infatti, se nei capoluoghi dove piedi, bici e trasporto pubblico sono più diffusi, come accade a Venezia-Mestre e Ravenna, le emissioni annuali di Pm10 a studente sono le più basse, con 39 e 37 grammi/anno. L'impatto ambientale maggiore del Pm10 si ha, invece, a Roma con 29 milligrammi emessi ogni chilometro percorso. Nella Capitale ci si sposta quasi sempre con mezzi a motore (68,9%), con una preferenza marcata per l'auto (55,4%), anche se la scuola è più vicina.
Stesso discorso per le emissioni di anidride carbonica (CO2), che sono limitate a 128 kg/anno complessive a studente a Venezia e a 145 kg/anno a Ravenna. L'impatto ambientale maggiore di queste emissioni si misura a Roma (121 grammi/km), mentre rimane a livelli più bassi ancora a Venezia (34 grammi/km) e Torino (48 grammi/km).
"L'esperienza di questo progetto - ha dichiarato Lorenzo Bertuccio, direttore scientifico Euromobility - dimostra che la raggiunta autonomia dei ragazzi che frequentano le scuole superiori fa sì che i mezzi pubblici e la bicicletta siano il modo più usato per andare e tornare da scuola. È molto più contenuto infatti il fenomeno dell'accompagnamento in automobile da parte dei genitori tipico delle scuole elementari e medie. Ma il progetto dimostra anche che tra i ragazzi più prossimi alla maturità cresce l'uso dello scooter e dell'automobile. A conferma che la scelta della bicicletta e dei mezzi pubblici non è tra i ragazzi una scelta consapevole e convinta, ma molto spesso forzata".
Ma come si fa ad evitarlo? Progetti come questo provano quanto sia importante formare in maniera attiva e concreta i ragazzi prossimi alla patente per favorire una cultura della mobilità che aiuti a mantenere contenuta la tendenza tutta italiana ad un uso smodato dell'automobile. Altrimenti, saremo condannati a vivere in città disorganizzate, auto-centriche, in balia di ingorghi ed emergenze smog. Con conseguenze gravissime per la salute.
Roberta Ragni
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