Carissimo Ramananda das, Hare Krishna!
Grazie per la buona domanda, che mi da’ l’occasione di parlare di
Krishna e
dei Suoi insegnamenti.
Srila Rupa Govami (benedetto lui) dice che nella coscienza di
Krishna
ESISTONO SOLO DUE REGOLE e due principi regolatori:
1. Ricordarsi sempre di Krishna
2. Non dimenticarsi mai di Krishna
Per aiutarsi ad arrivare a questo punto, esiste una milionata di
regole “di
assistenza”, che pian piano ci portano al livello del puro amore per
Dio.
Sempre Rupa Gosvami (benedetto, benedetto) dice che ci sono due cose
che ci
fanno cadere dal ricordo di Krishna (cioe’ dalla COSCIENZA di
Krishna):
1. Non seguire le regole
2. Seguire le regole per le regole
Infatti, non dobbiamo seguire le regole in modo stupido: Srila
Prabhupada
(benedetto) diceva spessisimo, in un sacco di conversazioni con
devoti
che
gli chiedevano come “regolarsi”, che NON C’E’ NIENTE CHE POSSA
SOSTITUIRE
IL BUON SENSO. E ne diede la dimostrazione pratica in un sacco di
esempi,
piu’ o meno passati sotto silenzio dai biografi ufficiali. Ho letto
da
qualche parte l’episodio della zuppa di cipolle: Srila Prabhupada
era
stato
invitato a pranzo da un Life Member ed era naturalmente andato con i
suoi
discepoli. Il poverino, a cui piaceva molto la zuppa di cipolle,
penso’
bene di prepararla per i suoi onorati ospiti e i devoti,
scandalizzati
e
orripilati, fecero un mucchio di facce a tavola. Srila Prabhupada,
imperturbabile, prese il cucchiaio e spazzolo’ la zuppa (che era
piena
di
amore e devozione) obbligando cosi’ i discepoli a seguire il suo
esempio, e
in seguito spiego’ agli allibiti sannyasi che la crescita della
coscienza
di Krishna di quell’anima sincera non doveva essere tarpata da
considerazioni marginali come il non mangiare cipolle. Avranno
capito?
Mah.
Le regole, in altre parole, devono servire ad aiutarci nel nostro
sviluppo
della coscienza di Krishna e nel mantenerci in forma per servire
praticamente la missione di Krishna. Se vediamo che ci stanno
portando
da
un’altra parte o ci friggono il cervello e’ piu’ furbo mollarle
(magari
anche solo temporaneamente) prima di violentare tutti i bambini
della
Gurukula o comunque di dare fuori di matto in altri modi pericolosi
(tipo
farsi prendere da attacchi di mania di grandezza o avidita’ politica
o
complesso di Torquemada). L’idea e’ quella di guidare la barca
secondo
le
istruzioni personali del guru che ti conosce, sa com’e’ il percorso
e
ti
ripesca in caso di necessita’. Questo e’ il significato di guru e di
iniziazione: iniziare una relazione molto personale in cui, tra
tentativi,
fallimenti e successi, si serve sinceramente Krishna. Un altro motto
favorito di Srila Prabhupada e’: “Il fallimento e’ la base del
successo.”
Niente inferni eterni per chi sdrucciola, per carita’, senno’ chi fa
fatica
preferisce fare la maria goretti (la morte piuttosto che il peccato)
sprecando cosi’ il resto della preziosa vita umana e dovendo
ricominciare
daccapo con anni di sofferenze nell’infanzia prima di poter essere
in
grado
di combinare qualcosa di buono.
Nel capitolo 6 della Bhagavad gita, Krishna rassicura Arjuna, che fa
delle
domande simili:
2. Cio’ che viene chiamato sannyasa (rinuncia) non e’ differente
dallo
yoga
(la disciplina della consapevolezza), perche’ nessuno puo’ mai
diventare
uno yogi se non rinuncia al desiderio per il piacere dei sensi.
5. Bisogna usare la propria mente per liberarsi e non per
degradarsi,
perche’ la mente dell’anima condizionata puo’ essere la sua migliore
amica
o la sua peggiore nemica. Non c’e’ migliore amico o peggiore nemico
del
proprio se’ inferiore.
6. Per chi ha conquistato il se’ inferiore, questo diventa il suo
migliore
amico, ma per chi non e’ riuscito a vincerlo la mente e’ un nemico
che
lo
tormenta continuamente.
14. Tranquillo e libero dalla paura, osservando le regole del
brahmacharya,
deve controllare le attivita’ della mente e concentrare la
consapevolezza
in Me, perche’ Io sono lo scopo della meditazione.
Arjuna disse:
33. O Madhusudana (uccisore del demone Madhu), il metodo dello yoga
che mi
hai descritto mi sembra difficile da praticare per lungo tempo,
perche’ la
mente e’ instabile e irrequieta.
34. O Krishna (che sei infinitamente affascinante e puoi affascinare
la mia
mente), la mente e’ sempre attratta a correre qua e la’ in modo
insensato.
Per di piu’ e’ estremamente forte e ostinata. Secondo me sarebbe
piu’
facile controllare il vento.
(inserisco qui un’importante citazione dal capitolo 2:
58. Chi e’ capace di distaccarsi completamente dalle sensazioni
esteriori,
ritraendo i sensi dagli oggetti dei sensi come una tartaruga ritrae
le
sue
membra nel guscio, ha raggiunto una consapevolezza costante.
59. L’anima incarnata puo’ praticare l’astensione dagli oggetti di
piacere,
ma spesso non riesce a liberarsi dal desiderio per essi. Se pero’
sperimenta qualcosa di superiore lascia facilmente i piaceri
inferiori.
!!!!!
60. O figlio di Kunti, i sensi possono agitare la mente con grande
forza,
anche in un uomo che si sforza di controllarli con l’intelligenza e
la
discriminazione.
61. Bisogna dunque tenere sotto controllo tutti i sensi,
impegnandoli
in
una disciplina spirituale in relazione a Me e meditando su di Me; in
questo
modo i sensi possono essere stabillmente impegnati nella
consapevolezza.
!!!!
67. La mente che segue gli impulsi dei sensi viene trascinata da
essi
e
l’intelligenza ne viene travolta, cosi’ come una barca sull’acqua
viene
trascinata via da un forte vento.
70. L’oceano non trabocca mai nonostante vi affluiscano cosi’ tanti
fiumi;
una persona che accoglie nello stesso modo equilibrato e
indifferente
tutti
i desideri diventa veramente tranquilla. Chi invece continua a
fantasticare
sui desideri di piacere non potra’ mai ottenere la pace.
71. Un uomo che ha abbandonato ogni desiderio di piacere dei sensi e
si
muove libero, vivendo in modo distaccato, senza considerarsi padrone
o
proprietario di nulla, senza identificarsi con definizioni
materiali,
raggiunge la pace perfetta, il brahma-nirvana.
72. O figlio di Pritha, questo e’ il livello spirituale. Chi l’ha
raggiunto
non rimane mai confuso e al momento della morte si eleva alla
liberazione
spirituale.
si torna al capitolo 6)
Il Signore disse:
35. Senza dubbio, o guerriero dalle forti braccia, figlio di Kunti
(che e’
un personaggio eccezionale, essendo anche Mia zia), la mente e’
difficile
da vincere e irrequieta, ma puo’ venire controllata con la pratica
costante
e il distacco.
36. Secondo la Mia opinione e’ estremamente difficile raggiungere la
realizzazione spirituale senza controllare e disciplinare la mente,
ma
e’
possibile applicare dei metodi pratici per raggiungere questo fine.
!!!!!!
Arjuna disse:
37. Caro Krishna, cosa accade a colui che pratica con fede il metodo
dello
yoga ma per qualche motivo fallisce prima di raggiungere il
successo,
a
causa della turbolenza della mente?
38. Una persona che si smarrisce sulla via della trascendenza non
resta
forse senza appiglio, sradicata sia dalla vita materiale che da
quella
spirituale — avendo abbandonato entrambe — e ne viene lacerata
come
una
nuvola che si disperde nel cielo?
39. Questo e’ il mio dubbio, Krishna. Ti prego di risolverlo
completamente,
perche’ nessun altro all’infuori di Te e’ in grado di rispondere a
questa
domanda.
Il Signore disse:
40. O figlio di Pritha (e’ un nome di Kunti, ma indica anche “la
Terra”),
per chi si impegna in attivita’ positive non c’e’ mai distruzione
ne’
in
questa vita ne’ nella prossima. Amico mio, una persona che desidera
fare il
bene non e’ mai sopraffatta dal male.
41. Chi fallisce sulla via dello yoga raggiungera’ dopo la morte il
paradiso delle persone virtuose, dove potra’ risiedere per
moltissimi
anni.
In seguito rinascera’ nella casa di persone ricche o di animo
nobile.
42. Potra’ anche rinascere in una famiglia di yogi e spiritualisti,
come
figlio di saggi che possiedono la conoscenza. Certamente e’ molto
raro
ottenere una simile nascita in questo mondo.
43. Durante quella nuova vita sente risvegliarsi in se’ quella
consapevolezza che aveva acquisito durante la vita precedente, e
torna
quindi a sforzarsi di raggiungere la perfezione, o gioia dei Kuru
(tra
tutti i Kuru, tu sei quello che tiene alto il livello).
44. Cio’ che aveva gia’ realizzato con la pratica nella vita
precedente gli
risulta estremamente facile e attraente e prova un intenso desiderio
di
comprendere meglio la via spirituale dello yoga. La sua posizione e’
molto
superiore ai principi rituali delle scritture, che ha gia’ lasciato
dietro
di se’.
45. E quando si impegna nella pratica della consapevolezza, ogni
impurita’
e ogni errore viene spazzato via, finche’ dopo numerose vite (cioe’
numerose dall’inizio della pratica, quindi magari anche una vita
sola)
raggiunge finalmente la destinazione suprema.
46. Lo yogi che pratica la disciplina della consapevolezza (cioe’ la
coscienza di Krishna) e’ superiore al tapasvi (l’asceta che si
dedica
all’austerita’), al jnani (il ricercatore che studia la conoscenza
scientifica), al karmi (la persona virtuosa che compie buone
azioni).
Non
c’e’ nessuno che sia piu’ glorioso di chi pratica questa disciplina
dello
yoga della consapevolezza: in ogni circostanza sii uno yogi, caro
Arjuna.
Nel 12 capitolo della Bhagavad gita, Krishna da’ ad Arjuna delle
istruzioni
molto precise sulla coscienza di Krishna. Riporto le citazioni (e ti
spediro’ via email la mia traduzione letterale e veloce della
Bhagavad
gita, tipo “pronto soccorso”):
2. Coloro che fissano la propria consapevolezza su di me e si
impegnano
costantemente con fede trascendentale nella Mia adorazione sono
considerati
da Me i piu’ perfetti nello yoga.
8. Fissa la tua mente su di Me, applica la tua intelligenza al Mio
servizio
e certamente vivrai sempre in Me in eterno.!!!!!!
9. Se pero’ non risci a mantenere la consapevolezza sempre
concentrata
su
di Me con una perfetta pratica dello yoga, cerca almeno di
desiderare
di
raggiungerMi.
10. Se in pratica non sei capace di fare nemmeno questo, dovresti
dedicarti
al Mio servizio, perche’ potrai raggiungere la perfezione attraverso
l’azione agendo per Me.
11. Nel caso che tu non riuscissi a compiere le attivita’ del
servizio
devozionale offerto a Me, cerca di situarti nella consapevolezza del
se’
rinunciando ai frutti delle tue azioni.
12. Questa pratica e’ superiore alla ricerca della conoscenza, e la
pratica
della conoscenza e’ superiore alla semplice meditazione (dhyana).
Tale
rinuncia ai frutti dell’azione puo’ darti la pace della mente.
13. Chi non e’ ostile verso nessun essere vivente, anzi ha un
atteggiamento
gentile e amichevole, privo di senso di possesso e false
identificazioni
materiali, equilibrato nella sofferenza e nella gioia, pronto a
perdonare,
14. sempre soddisfatto, disciplinato nello yoga e determinato nelle
sue
attivita’, che impegna la mente e l’intelligenza al Mio servizio, e’
un Mio
devoto e Mi e’ molto caro.
Chiarimenti:
A. Osservando le regole del brahmacarya. Stando in India ho avuto la
fortuna di conoscere dei veri brahmacari, sono come i quattro
Kumara,
che
pur essendo i primogeniti di Brahma (e cioe’ abbastanza vecchi)
scelgono di
mantenere sempre un corpo da bambini per non avere problemi. Chi non
ha
molti poteri mistici magari non e’ in grado di arrestare la crescita
del
corpo, ma si trovano qui molti deliziosi bambini con la mente pura.
Ti
ricordi da bambino? Ecco, Gesu’ diceva la stessa cosa. Bisogna
essere
sinceri, puliti ed entusiasti come bambini per poter fare i
brahmacari, e
per poter vedere gli altri come persone e non come corpi da godere.
B. Controllo dei sensi. Significa che uno diventa in grado di
decidere
cosa
fare senza essere trascinato di qua e di la’ dai venti. Si tratta
della
stella polare del nostro viaggio, che ci consente di avere un punto
di
riferimento costante anche in mezzo alle peggiori mareggiate. Le
burrasche
in mare sono una cosa inevitabile, e se vogliamo attraversare
l’oceano
dobbiamo aspettarcele, tenendo la barca nelle migliori condizioni
possibili
per non affondare. Con la pratica costante e il distacco (cioe’ non
continuare a tormentarsi) si arriva a raggiungere lo scopo.
C. IL GUSTO SUPERIORE
Ecco la risposta a tutte le domande. Quando Srila Prabhupada
comincio’
a
predicare, non faceva del terrorismo spirituale dicendo alla gente
che
non
doveva fare questo e quello, che doveva alzarsi alle 3 di mattina e
via
dicendo (come fanno invece i neofiti per impressionare il prossimo
con
la
loro grande austerita’). Chiedeva loro di:
1. cantare Hare Krishna (in tutti i modi possibili) e ascoltare cio’
che
riguarda Krishna
2. prendere prasada (un prasada piu’ buono possibile)
3. stare in compagnia dei devoti (scegliendo quelli che hanno lo
stesso
tipo di mentalita’)
4. fare qualcosa di bello per Krishna (offriva i servizi piu’
entusiasmanti
e accettava quasi qualsiasi idea dei devoti)
La strategia di Prabhupada era che quando uno aveva assaggiato il
gusto
superiore, gli diventava piu’ facile mollare il resto. La cosa
funziona su
vari livelli: piu’ si assaggia il gusto superiore, piu’ si riesce a
lasciar
perdere gli altri gusti. Fino al gusto supremo.
Per quanto riguarda le domande specifiche, noto anche problemi sulle
uova e
sugli “intossicanti”. Secondo la mia esperienza, le uova sono
sostituibilissime. Ampliando la gamma delle ricette che si conoscono
e
si
preparano e scegliendo quelle piu’ adatte al proprio gusto, si
trovano
cibi
molto piu’ soddisfacenti e le uova diventano semplicemente quello
che
sono:
ovulazioni di gallina piu’ o meno fecondate. (bleah!)
Per gli intossicanti, credo che il problema sia simile. Con un gusto
superiore (anche solo materiale) si puo’ facilmente smettere. Un
sacco
di
gente smette di bere alcolici e caffe’ e fumare sigarette senza
sperimentare l’estasi spirituale.
Come regola generale, quando si vuole smettere di fare qualcosa,
bisogna
sempre chiedersi, “cosa mi da’ questa assuefazione per soddisfare i
miei
bisogni?” Poi ci si regola di conseguenza, sostituendo con qualcosa
di
piu’
sano e innocuo.
Mi riservo di proseguire la dissertazione in un prossimo messaggio,
perche’
il file e’ diventato enorme e il sole sta sorgendo (e’ scaduto il
mio
tempo
da e-mail). Nel frattempo ti auguro ogni successo nella vita
spirituale
(che e’ basata sulla sincerita’, quindi mi sembra che sei messo
bene).
Se
un devoto per un’intera vita rimane devoto nonostante non riesca a
passare
alla fase successiva (dopo quella iniziale), torna a Krishna. A
Krishna
tornano quelli che si ricordano di Lui al momento della morte, non
quelli
che hanno il bollino blu delle banane.
A presto,
PK
Carissimo Renzo, Hare Krishna.
Siccome l’argomento e’ estremamente importante, credo che sia
necessario
procedere alla seconda parte della discussione per chiarire ancora
meglio i
concetti.
Nel messaggio precedente abbiamo visto che:
1. La cosa piu’ importante nella coscienza di Krishna e’ ricordarsi
di
Krishna, e le regole devono servire ad aiutarci in questo senso.
2. Per arrivare a pensare sempre a Krishna bisogna diventare capaci
di
controllare la mente e i sensi, altrimenti continueremo a pensare ad
altre
cose; questa pratica della meditazione attiva su Krishna e’ un
processo
graduale nel quale e’ normale attraversare dei momenti di debolezza
e
persino dei fallimenti (o lunghe fasi preparatorie prima di riuscire
a
situarsi su un livello di controllo dei sensi sufficiente), perche’
la
potenza della mente e dei sensi (che sono emanazioni di Maya, che e’
un’energia divina) non e’ da sottovalutare. Per ampliare il concetto
di
come mente e sensi sono emanazioni di Maya, cliccare (??) cioe’ fare
la
domanda.
3. E’ necessario mantenersi ben saldi nel buon senso e
nell’intelligenza,
usando il fallimento come pilastro del successo.
4. Per controllare i sensi e la mente l’unico sistema e’ quello di
concentrarli su un gusto superiore e impegnarli nel servizio attivo
(kirtana, prasada, servizio ecc.). Cioe’ quando Maya viene impegnata
nel
servizio a Krishna diventa YOGA-MAYA (yoga significa unire,
impegnare).
Fantastico, eh? Bello il sanscrito, gia’ imparando il sanscrito si
puo’
capire molto piu’ facilmente la filosofia.
Possiamo ora procedere con la dimostrazione dei punti seguenti:
5. E’ meglio procedere gradualmente al controllo dei sensi invece
che
stringere troppo la cinghia tutto insieme e reprimersi.
6. Bisogna utilizzare i guna per elevarsi, usando la passione per
uscire
dall’ignoranza, e la virtu’ per uscire dalla passione.
7. Quando si offre a Krishna tutto cio’ che si fa, le nostre azioni
vengono
purificate (diventa tutto prasada).
8. Il primo passo nel controllo dei sensi e’ il controllo della
lingua,
attraverso la vibrazione sonora spirituale e il prasada.
E’ meglio procedere gradualmente al controllo dei sensi invece che
stringere troppo la cinghia tutto insieme e reprimersi
La Bhagavad gita raccomanda nel capitolo 3:
4. Non e’ semplicemente astenendosi dall’agire che l’uomo puo’
liberarsi
dall’azione, ne’ la pura rinuncia puo’ portare al successo.
6. Chi si astiene dalle azioni sensoriali (di occhi, lingua, naso,
tatto e
genitali) ma continua ancora a pensare agli oggetti dei sensi e’
certamente
uno sciocco che cerca di imbrogliare se stesso.
7. O Arjuna, molto piu’ apprezzabile di questo impostore e’ colui
che
comincia a controllare la mente e i sensi impegnando questi stessi
organi
(vedi sopra) in attivita’ regolate cercando di superare
l’attacamento.
*
11. I deva, signori dell’universo, saranno compiaciuti dal
compimento
del
sacrificio (azione sacra, cioe’ diffusione della coscienza di
Krishna)
e vi
ricambieranno dispensandovi ogni benedizione e felicita’.
12. Soddisfatti dal vostro lavoro spirituale, certamente i deva vi
concederanno i piaceri che desiderate e di cui avete bisogno per
vivere.
29. Coloro che sono confusi dalle influenze della natura materiale
si
impegnano in azioni materiali; poiche’ si tratta di persone
ignoranti
e
tendenzialmente pigre, non vanno distolte dall’azione. Il saggio fa
attenzione a non turbare tali persone.
33. Persino il saggio che conosce la verita’ tende ad agire seguendo
le
proprie caratteristiche naturali. A che serve reprimere la propria
natura?
Bisogna dunque procedere gradualmente (gradualmente non significa
sempre
lentamente, bensi’ “in modo sicuro”) cercando di migliorare sempre,
senza
pero’ scoppiare. Cercare di strafare, quando costituisce
un’imposizione
artificiale e non un impeto spontaneo (come nelle maratone o quando
si
e’
in estasi), porta sofferenza e distrugge il servizio devozionale.
Chi
si
ingozza si regole poi finisce per vomitare, il progresso spirituale
deve
essere digerito bene.
* Se vuoi smettere di fumare e non riesci a smettere in un giorno
solo,
diminuisci gradualmente e sostituisci.
Tanto che, mi dicono, molti seguaci di Mahaprabhu (Narottama das
Thakur,
Syamananda Prabhu ecc.) sono andati a predicare in Bengala e stati
del
Nord
est India chiedendo alla gente semplicemente di cantare Hare
Krishna,
senza
nemmeno aspettarsi che seguissero delle regole (prova a convincere
un
Bengali o un Oriya a smettere di mangiare pesce, se ci riesci). Chi
segue
tutte le regole qui di solito vive in una Math e ti assicuro che ce
ne
sono
pochissimi, le Math sono quasi deserte. Come “ricompensa” del
seguire
tutte
le regole, i residenti si sentono autorizzati a farsi mantenere
dalla
Math
senza fare un tubo (tranne poche anime veramente sincere) e quindi
la
Math
diventa semplicemente un albergo (di quindicesima categoria, ma
tanto
loro
prima vivevano uguale se non peggio) aggratis per mangiare e dormire
e
spaziare tutto il giorno. Prabhupada aveva altre idee in mente, come
ben
sai.
Bisogna utilizzare i guna per elevarsi, usando la passione per
uscire
dall’ignoranza, e la virtu’ per uscire dalla passione
C’e’ una tecnica specifica per arrivare a controllare i sensi e la
mente,
che consiste nell’utilizzare i guna come una scala per poi passare
anche al
di la’ della scala. Quando siamo immersi nell’ignoranza e nella
passione,
e’ assurdo cercare di fare i trascendentali austeri o i brahmacari
di
ferro
(che quando piove si arrugginiscono).
Dall’ignoranza (irresponsabilita’, illusione, pazzia, ignoranza,
sonno,
perdita di tempo, ubriachezza ecc.) dobbiamo passare alla passione
(azione,
lavoro, costruzione, impegno, responsabilita’, matrimonio, sviluppo
delle
relazioni, ecc.)
Dalla passione (attaccamento, possesso, lussuria) dobbiamo passare
alla
virtu’ (pulizia, onesta’, scopo superiore, desiderio di fare il bene
degli
altri, altruismo, dedizione, purezza, nobilta’ d’animo, distacco,
ecc.)
Dalla virtu’ possiamo facilmente passare alla pura virtu’, che e’ la
posizione trascendentale.
Quando si offre a Krishna tutto cio’ che si fa, le nostre azioni
vengono
purificate (diventa tutto prasada)
Come passare alla posizione trascendentale? Offrendo a Krishna tutto
cio’
che facciamo (cioe’ agendo in ogni circostanza considerandoci
servitori di
Krishna e persone impegnate nella vita spirituale). Se leggi il
libro
di
Krishna nel finalino del capitolo sul brahmana Sudama (da povero
diventato
ricchissimo) c’e’ scritto ben chiaro. Sudama visse per il resto dei
suoi
giorni gratificandosi con i regali di Krishna e accettandoli come
prasada.
In altre parole:
a. si puo’ mangiare per Krishna si mangia pensando: il mio corpo e
la
mia
mente hanno bisogno di questo nutrimento, di questi sapori e di
questa
soddisfazione (cioe’ gratificazione) per funzionare bene e svolgere
il
servizio a Krishna che e’ la mia missione in questa vita; devo fare
in
modo
da scegliere i cibi piu’ adatti e mangiare la giusta quantita’ nel
modo
giusto e nell’ambiente giusto per stare meglio in salute e mantenere
la mia
mente soddisfatta. Questo e’ il passo successivo (e separato) del
fatto di
offrire il cibo a Krishna prima di mangiare, che e’ tutto un altro
discorso
su cui si puo’ dire moltissimo.
b. si puo’ dormire per Krishna si va a dormire pensando: il mio
corpo
e la
mia mente hanno bisogno di dormire per recuperare le energie,
altrimenti
non saro’ in grado di fare un buon servizio a Krishna; se e’
necessario per
la tranquillita’ e l’efficacia del riposo devo usare un buon letto
con
buone lenzuola ecc. E desiderare di sognare Krishna (magari se
leggiamo
qualche cosa di adatto prima di andare a dormire la cosa aiuta).
c. si puo’ persino andare al gabinetto per Krishna si pensa: ora
devo
prendermi cura delle esigenze del mio corpo in modo da mantenerlo in
buona
salute ed evitare che la pressione e le tossine mi offuschino il
cervello e
quindi ostacolino la mia meditazione e il mio servizio. Il mio corpo
svolge
queste funzioni automaticamente e in modo meraviglioso, secondo il
piano di
Krishna che e’ il piu’ grande scienziato e ha progettato questa
macchina
meravigliosa. Che meraviglia, osservare in che modo le sostanze di
scarto
vengono eliminate per tenere pulito l’organismo. Krishna e’ davvero
insuperabile.
Eccetera. (ah, si puo’ anche pulire il gabinetto per Krishna,
pensando
che
si sta mantenendo la pulizia per aumentare il livello di vibrazioni
sattviche nel luogo dove si vive)
d. si puo’ guardare la televisione per Krishna si pensa: questo
programma
e’ utile e interessante, e mi puo’ dare buone informazioni che poi
usero’
per il mio lavoro di predica, devo guardarlo e mettere a buon uso le
risorse dell’energia materiale, che appartiene a Krishna. Quando
c’e’
qualche programma che invece mi puo’ appesantire la mente (orrore,
stupidita’, ecc.) metto la televisione al servizio di Krishna
spegnendola
(un atto di predica come protesta politica, se vogliamo, dato che ci
sono i
Grandi Fratelli che guardano quanta gente sceglie quali programmi,
si
chiama indice di ascolto).
e. si possono prendere delle medicine per Krishna anche se non e’
necessario offrirle in modo rituale, diventano prasada se si pensa:
queste
medicine (anche se possono contenere sostanze intossicanti o che
comunque
non si possono offrire a Krishna direttamente) sono necessarie per
la
mia
salute, in modo che io possa continuare a fare un buon servizio a
Krishna,
desidero che Krishna benedica questa mia intenzione e questo mio
sforzo di
prendermi cura di questo corpo, che e’ Sua proprieta’. Idem dicasi
se
invece di prendere la medicina sotto forma di pillola la si prende
sotto
altra forma; esempio la caffeina e’ la cura migliore per i dolori
mestruali. Invece di inghiottire pillole di Antalgil (98% caffeina,
2%
eccipienti) e bucarsi lo stomaco, e’ meglio bere una cocacola o un
caffe’
poco prima del e durante il periodo mestruale. Garantito, funziona.
A volte l’alcol viene usato per aiutare la digestione, ci sono molti
devoti
che prendono un preparato ayurvedico per la digestione che contiene
una
piccola percentuale di alcol. Questo non significa che va bene
sbronzarsi o
diventare assuefatti al bicchiere di vino; si puo’ mantenere la dose
al
minimo “medicinale”.
La stessa cosa vale per il te’ (Prabhupada lo dimostro’ direttamente
nei
primi anni a Mukunda Mj, credo, il quale racconta come un giorno lo
sorprese mentre stava bevendo del te’ e Prabhupada commento’ che si
puo’
bere se uno ne ha bisogno come medicina).
Per le sigarette e’ un po’ piu’ difficile, perche’ sappiamo bene che
il
tabacco porta una grave assuefazione in men che non si dica, e la
sua
utilita’ medicinale non e’ un granche’ (oltre a far venire il cancro
ai
polmoni e un cifra di altri problemi se uno volesse morire alla
svelta). Ti
parla una che fumava due pacchetti al giorno (cercando inutilmente
di
smettere per diverso tempo) e ha smesso di colpo trasferendosi
all’ashram
di Gaurakrishna a Milano nel 78, sostituendo la sigaretta con il
japa.
Funziona, tiene impegnata la bocca e le dita allo stesso tempo.
f. si possono lavare e stirare i propri panni per Krishna si pensa:
se io
mi presento alla gente con vestiti puliti e in ordine, mi sara’ piu’
facile
convincerla ad apprezzare la bonta’ della coscienza di Krishna e ad
ascoltare il Suo messaggio, inoltre la sensazione di benessere
sattvico dei
vestiti puliti e in ordine mi aiutera’ a mantenere pulita e in
ordine
la
mia mente cosi’ che io possa ricordarmi piu’ facilmente di Krishna e
del
Suo servizio, mentre faccio servizio diretto (pujari o cucina) o
indiretto
(qualsiasi altro servizio).
g. si puo’ fare la spesa per Krishna si pensa: per facilitare il
mio
servizio a Krishna ho bisogno di andare a radunare degli oggetti e
degli
ingredienti, nello stesso tempo devo assicurarmi di usare nel modo
migliore
l’energia di Krishna (il denaro) non spendendo piu’ del necessario e
non
facendomi imbrogliare (cioe’ devo evitare che i Ravana materialisti
approfittino di Laksmidevi).
Eccetera.
Il primo passo nel controllo dei sensi e’ il controllo della lingua,
attraverso la vibrazione sonora spirituale e il prasada
Seguendo il principio filosofico di cui sopra, e’ possibile essere
devoti e
coscienti di Krishna senza venire ossessionati e strangolati dalle
regole.
In fondo, molta gente sceglie di appartenere a una chiesa o a un
gruppo
solo come segno di distinzione sociale (tipo quelli che vogliono
prendere
l’iniziazione solo per avere il nome spirituale ed essere
“rispettabili”),
e ne segue le regole come seguisse le regole di un club, stabilite a
capriccio dai fondatori, senza apprezzarne il significato. Tipo gli
ebrei
che non mangiano carne con il latte (kosher), invece di evitare di
mangiare
la carne del tutto si arrampicano sui vetri per seguire la regola
alla
lettera tenendosi ben lontani dallo spirito perche’ e’ troppo
difficile.
Idem dicasi per la storia di “non mangiare carne col sangue”. Com’e’
possibile non mangiare sangue quando si mangia carne, che e’ fatta
di
sangue?
Lo scopo del predicatore della coscienza di Krishna e del guru (come
dimostro’ ampiamente Srila Prabhupada) consiste nel rendere la
coscienza di
Krishna piu’ facile e attraente per tutti, in modo che la gente
possa
tornare a Krishna felicemente e senza alcuna fatica (susukham kartum
avyayam), senza paranoie e senza falso orgoglio. Benvenuto nel club.
I
guru
che non fanno questo lavoro non sono all’altezza delle descrizioni
degli
shastra, oppure si occupano di un certo gruppo di persone soltanto
(bigotti, chiesaioli, ecc.) e saranno responsabili delle loro azioni
e
del
(mancato) progresso spirituale reale dei loro discepoli.
Per quanto riguarda il controllo dei sensi in generale, l’istruzione
fondamentale e’ quella di controllare per prima cosa la lingua
attraverso
la vibrazione sonora spirituale (la recitazione del japa, il canto,
la
recitazione di preghiere e mantra vari, la predica, lo scambio di
opinioni
tra devoti, la discussione su come sviluppare la coscienza di
Krishna
e
diffonderla il piu’ possibile) e il prasada (piu’ buono possibile);
anche
la distribuzione di questi due fondamentali strumenti e’ di grande
aiuto
per la nostra personale sadhana. In altre parole, se distribuisci
prasada e
fai in modo che gli altri lo apprezzino, anche la tua lingua verra’
controllata, insieme agli altri sensi, dal Maestro dei sensi
(Hrishikesha).
Bello, no?
Per quanto riguarda la domanda “quando si deve ritenere conclusa la
fase
iniziale”, non e’ mai conclusa, siamo tutti principianti. Srila
Pabhupada
stesso diceva ai suoi discepoli: prego sempre Krishna che non mi
faccia
cadere perche’ in questo mondo dimenticarsi di Krishna e’ molto
facile.
Come abbiamo visto, anche i grandi guroni possono trovarsi in serie
difficolta’, tanto piu’ serie quanto per “mantenere la facciata”
vogliono
far finta di non avere mai problemi. Se tengono ben chiuso il
coperchio
della pentola a pressione e otturano la valvola perche’ nessuno la
senta
fischiare, prima o poi ci sara’ un bel botto. Tutti sbagliano, tutti
falliscono, tutti hanno dei limiti che si stanno sforzando di
superare.
Anche i guru, perfino se non lo dicono, devono andare al gabinetto,
si
ammalano, si dimenticano delle cose, si confondono le citazioni
degli
shastra. Non per questo un devoto sincero deve essere considerato un
fallito (api cet suduracaro bhajate mam ananya bhak, sadhur eva sa
mantavyah samyag vyavasthito hi sah). Se tu sei situato
nella “bhajate
mam
ananya bhak”, cioe’ servi Krishna in modo sincero, non devi
preoccuparti di
niente, sei un santo, anche se e’ sempre bene mantentere umilmente
la
visione della propria vera posizione per evitare di perdere la
testa.
La “fase successiva” e’
semplicemente quella di ricordarsi sempre un
po’ di
piu’ di Krishna
e impegnarsi di piu’ nel Suo servizio.
PK (Parama Karuna Devi)
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