Quali sono le migliori risorse energetiche a cui l'Italia può ricorrere? Rinnovabili e interventi per l'efficienza energetica - progettati e strutturati con intelligenza - potrebbero portare ad una riduzione del fabbisogno del nostro Paese. Mentre gli ambientalisti guardano avanti, Romano Prodi suggerisce un passo indietro difficile da digerire: trivellare l'Adriatico.
Per l'Italia sarebbe giunto il momento di sfruttare risorse energetiche in zone ancora inesplorate. Nulla a che vedere con il fotovoltaico o l'eolico. Si tratta di andare alla ricerca di petrolio e idrocarburi fino all'ultima goccia, con particolare riferimento all'oro nero della Basilicata e dell'Adriatico.
Secondo l'ex presidente del Consiglio, per trovare i soldi che servono all'Italia, bisogna mettersi a scavare. Il riferimento è alle estrazioni petrolifere che coinvolgerebbero le regioni del Meridione, tra giacimenti in mare e sulla terraferma. Il tutto dovrebbe essere condotto dando la priorità alla sicurezza e alla protezione dell'ambiente. Ma come possiamo esserne certi?
Secondo quanto dichiarato da Prodi: "Il nostro Paese ha conoscenze, tecnologia, esperienza per riuscirvi e ha una delle più severe legislazioni a tutela dell'ambiente e della sicurezza dei territori". Sappiamo bene però che le nuove tecnologie e le regole di sicurezza non bastano. Quando si tratta di estrazione di petrolio e di trivellazioni, gli incidenti sono sempre in agguato.
Sembra ormai lontano il ricordo del disastro avvenuto nel Golfo del Messico in nome della corsa all'oro nero. Dalle riserve di petrolio dell'Adriatico l'Italia guadagnerebbe ben poco. Secondo le stime del Ministero dello Sviluppo Economico, la ricerca del petrolio nel nostro Paese potrebbe portare ad estrarre circa 187 milioni di tonnellate di oro nero. Agli attuali tassi di consumo le esauriremmo in soli 2 anni e mezzo.
Ecco dunque perché la proposta di Prodi non appare soltanto "fossile" e retrograda, ma anche anti-economica. Lo sottolineano Fabio Granata e Roberto Della Seta di Green Italia Verdi Europei sostenendo che costellare le acque di fronte alle coste italiane di piattaforme petrolifere come se si trattasse del Mar del Nord è un'idea scriteriata.
"Gli unici a beneficiarne sarebbero le lobby delle energie fossili, mentre sappiamo benissimo che il nostro Paese non ha bisogno di maggiori quantità di idrocarburi da utilizzare, ma di spendere meno per la sua energia, aumentando l'efficienza e il ricorso alle fonti realmente convenienti che sono quelle rinnovabili" - hanno dichiarato Granata e Della Seta.
Inoltre, a loro parere, sarebbe folle pensare di attrarre turismo se immolassimo i nostri territori e i nostri mari in nome di petrolio e trivelle. Un'opinione condivisibile, che spezza una lancia a favore delle energie pulite, ben gestite, che garantiscano risparmio e rispetto dell'ambiente. La speranza è che le parole di Prodi rimangano soltanto un'ipotesi.
Marta Albè
Leggi anche:
Petrolio: via libera alle trivelle nella Terra di Mezzo degli Hobbit
"Per un pugno di taniche", il dossier di Legambiente contro il petrolio
from greenMe.it http://ift.tt/1jzvpVW
via IFTTT
Commenti
Posta un commento