Pesticidi, una sentenza storica che tutela gli agricoltori biologici. In Toscana un viticoltore è stato condannato per aver contaminato con i pesticid i la vegetazione, i terreni e l'abitazione del vicino, un coltivatore biologico.
La sentenza ha stabilito che chi usa pesticidi e prodotti agrochimici per coltivare non può contaminare i terreni degli agricoltori biologici vicini, né le case e i giardini dei privati. Tolleranza zero per la presenza di pesticidi nelle proprietà e nei terreni confinanti. Il viticoltore responsabile dell'accaduto dovrà pagare una multa congrua.
Inoltre sono stati imposti dei trattamenti sui terreni di confine, per annullare la deriva di prodotti chimici verso i terreni e i luoghi limitrofi. Vicino a Todi, nella verde Umbria, le colline sono state devastate dai disseccanti utilizzati da un agricoltore in viticoltura. Agernova, che comunica la notizia della sentenza, parla di Umbria non più verde, ma "arancione", come nella guerra del Vietnam.
La vittoria della causa per la tutela dei cittadini e degli agricoltori biologici dalle contaminazioni di pesticidi derivanti da aziende agricole limitrofe è avvenuta presso il Tribunale di Pistoia. Il riferimento è a prodotti chimici pericolosi per la salute e nocivi per l'ambiente.
Il prof. Giuseppe Altieri ha redatto le perizie tecniche per verificare le derive di pesticidi e ha chiesto al giudice di applicare la tolleranza zero per il diritto di chi non vuol essere contaminato da pesticidi, agricoltori biologici e cittadini in generale.
Il problema ha riguardato in particolar modo la presenza di residui di Comoxanil, un fungicida, sulla vegetazione e nella proprietà dell'agricoltore biologico Michelacci, in corrispondenza del momento in cui il viticoltore confinante effettuava trattamenti a base di tali prodotti.
Grazie a questa sentenza, è passato il principio del diritto all'assenza di contaminazione. All'eventuale prossima contaminazione, l'agricoltore biologico potrebbe denunciare nuovamente il viticoltore per utilizzo scorretto di pesticidi.
Ora si dovrà continuare a lavorare per diffondere il modello di azione legale per il diritto alla deriva zero pesticidi e imporre l'assenza di residui di pesticidi nei prodotti biologici in quanto gli eventuali confinanti che usano prodotti chimici non devono contaminare le coltivazioni biologiche, mentre oggi tale residuo è consentito, a livelli pericolosi per la salute, dal momento che, secondo quanto comunicato da Agernova, i danni da pesticidi si esplicano anche a livelli infinitesimi, e soprattutto indesiderati dai consumatori biologici (tolleranza corrispondente a 0,01 mg/kg, un livello molto superiore ai limiti di rilevazione della presenza di pesticidi).
Marta Albè
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