Nuove sorprese dal pianeta nano Cerere: mentre la sonda Dawn della Nasa sta per entrare nella sua orbita ha scoperto due misteriose macchie molto luminose e ravvicinate, all’interno di un cratere. Le ha fotografate dalla distanza di 46.000 chilometri e il mistero sulla loro identità potrebbe trovare una soluzione quando la sonda sarà ancora più vicina al pianetino, dopo l’ingresso nella sua orbita, previsto il 6 marzo. Le macchie hanno dimensioni e luminosità diverse ”una appare più grande e brillante, l’altra più piccola e debole, ma a quanto pare sono nello stesso bacino” osserva il responsabile scientifico della missione, Chris Russell, dell’università della California a Los Angeles. ”La loro origine – aggiunge – potrebbe essere vulcanica ma dovremo aspettare immagini scattate a una migliore risoluzione prima di poter effettuare interpretazioni sulla loro natura”.
La missione, che parla anche italiano, con lo spettrometro Vir (Visual and Infrared Spectrometer) realizzato da Agenzia spaziale italiana (Asi) e Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), nei prossimi 16 mesi indagherà su origine ed evoluzione di Cerere e si concentrerà anche su questi punti luminosi. ”La macchia più grande continua ad essere troppo piccola per la nostra macchina fotografica, ma nonostante le sue dimensioni, è più brillante di qualsiasi altra cosa su Cerere. È un fenomeno inaspettato e misterioso per noi” ha rilevato Andreas Nathues, che partecipa alla missione con l’Istituto tedesco Max Planck per la ricerca sul sistema solare. Del diametro di 950 chilometri, Cerere è il corpo celeste più grande della fascia di asteroidi compresa fra Marte e Giove. Prima di raggiungerlo, Dawn ha fatto ‘tappa’ sul secondo oggetto più grande della fascia, l’asteroide gigante Vesta (del diametro di 525 chilometri), offrendo più di 30.000 immagini che hanno permesso di analizzare la composizione e ricostruire la storia geologica del corpo celeste.
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