Un dittatore insoddisfatto dell’operato dell’architetto che ha ingaggiato risolve la questione a modo suo. Non gli fa causa: lo fa giustiziare. È questo il messaggio lanciato da Kim Jong Un, leader incontrastato della Corea del Nord, che nei giorni scorsi ha effettuato l’ultima ispezione al nuovo mega-aeroporto di Pyongyang – la cui apertura è stata fissata per il primo luglio – facendosi fotografare con la giovane moglie Ri Sol Ju e una piccola delegazione all’interno di ristoranti e negozi di lusso presenti nello scalo.
Nelle cerimonie d’inaugurazione, normalmente, appare sempre l’architetto che ha progettato l’opera. In questo caso non era possibile: Ma Won Chun, ex direttore del Dipartimento progettazione della Commissione nazionale di difesa e architetto capo dei più importanti progetti della Corea del Nord, è stato giustiziato nel novembre scorso insieme ad altri cinque funzionari di alto livello durante una delle “purghe” del dittatore. Il motivo ufficiale? «Pratiche di corruzione e mancata osservanza degli ordini» recita l’agenzia Diplomat. La morte di Ma Won Chun coincide in realtà con una relazione che illustrava come i lavori per l’aeroporto fossero stati sospesi a causa dell’insoddisfazione di Kim. «I difetti si sono manifestati nell’ultima fase della costruzione del Terminal 2 – aveva detto il dittatore – perché i progettisti non hanno tenuto a mente l’idea della bellezza architettonica che è la vita e l’anima e il cuore per preservare il carattere e l’identità nazionale. Ora è necessario terminare la costruzione del terminal che deve essere l’icona della Corea, il volto del Paese e la porta d’ingresso a Pyongyang».
Ora l’aeroporto è pronto e la macchina della propaganda della Corea del Nord lo sta promuovendo, mettendo ben in mostra il suo aspetto moderno e lussuoso, con bar, una farmacia, un negozio di gioielleria, una fontana di cioccolato e altri accessori di lusso. La nuova struttura, sei volte più grande rispetto a quella del vecchio aeroporto, è stata voluta per attrarre potenziali turisti e prevede inizialmente l’accettazione di voli provenienti dalla Cina e dalla Russia. Per ora il numero di passeggeri è basso: si tratta principalmente di turisti cinesi in visita o funzionari che fanno la spola tra Pechino e Pyongyang. Non è comunque chiaro dove la Corea del Nord abbia trovato i soldi per costruire un’opera così imponente, viste le precarie condizioni del Paese, devastato da carestie regolari e penuria di carburante. Il leader nordcoreano, da quando è salito al potere nel 2011, ha sempre promesso di innalzare i livelli e le condizioni di vita della popolazione, ma la maggior parte dei grandi progetti realizzati non risulta accessibile alla media dei cittadini nordcoreani, che devono fare i conti quotidianamente con la mancanza di cibo, di acqua potabile e di elettricità.
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