Denti sani, anzi sanissimi, erano quelli che sfoggiavano gli abitanti di Pompei morti durante l’eruzione del Vesuvio nel lontano 79 a.C. A dirlo la Tac realizzata sui resti, un’operazione scientifico-medica unica al mondo che ha portato alla scoperta di interessanti novità riguardo alla vita e alla salute di queste persone.
E’ partito ad agosto il progetto di restauro degli 86 calchi delle vittime di Pompei su cui sta lavorando un’equipe di esperti, incaricati dalla Soprintendenza archeologica di Pompei. E’ di pochi giorni fa però uno sviluppo davvero interessante del lavoro fatto su una parte degli scheletri rinvenuti: si è infatti proceduto a sottoporre i resti che lo permettevano ad una Tac total body a 16 strati con lo scopo di scoprire qualcosa in più sulle abitudini alimentari e lo stile di vita che era in uso a Pompei in quel periodo.
Le Tac, realizzate grazie a un macchinario molto sofisticato montato direttamente in loco, sono utili a stabilire anche l’età delle persone, il loro ceto sociale e se esse soffrivano o meno di patologie. Una delle cose più sorprendenti che hanno mostrato riguarda però i denti dei pompeiani, incredibilmente sani.
Quasi in tutti i casi, infatti, le dentature erano prive di carie e particolarmente forti tanto che i ricercatori le hanno definite praticamente perfette. Le uniche irregolarità rinvenute su alcuni denti erano dovute all’usura e all’abitudine di tagliare gli alimenti con la sola forza della mandibola.
Ma qual era il segreto del sorriso splendente degli abitanti di Pompei? Gli esperti odontoiatri che si stanno occupando del progetto sono convinti che si tratti del risultato di un'alimentazione povera in proteine (soprattutto animali) e zuccheri raffinati.
Quindi prevalentemente a base di cibi integrali e di provenienza vegetale. I denti più sani li avevano infatti i pompeiani delle classi più povere, come ha confermato la dottoressa Elisa Vanacore, Dirigente della Struttura Dipartimentale di Odontoiatria infantile, presso l'Azienda Ospedaliera Universitaria S. Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona:
“La mia sensazione è stata quella di visitare un bambino pompeiano e di osservare le tracce relative ai problemi di nutrizione. La possibilità quindi di confrontare apparati dentari e abitudini alimentari contemporanee, alle quali la mia professione mi sottopone quotidianamente, con quelle antiche, in primo luogo attraverso il problema della carie. I fanciulli più agiati, quindi meglio nutriti, erano peraltro i soggetti più esposti a questa malattia rispetto ai loro coetanei più poveri, la cui sopravvivenza era garantita da una dieta decisamente povera e carente di proteine”.
Per il momento questo è tutto quello che è trapelato, adesso la fase successiva del progetto prevede lo studio delle immagini ricavati dalle Tac e chissà che non escano fuori nuove sorprese che riguardano l’antica Pompei, la storia e le abitudini dei suoi abitanti!
Francesca Biagioli
Foto: Sopraintendenza Archeologica Pompei
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