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La risposta è nelle stelle.
Un nuovo studio dell’Università di Yale prova che il tasso di crescita dei buchi neri supermassicci sembra essere strettamente correlato alla velocità con cui si formano le stelle nella galassia ospite. La scoperta è stata possibile grazie a Romulus, una simulazione cosmologica che segue l’evoluzione di diverse regioni dell’universo da subito dopo il Big Bang
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