L’XI ora e la trama delle ombre
Prologo
«Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.» (Qo 3,1),
inizia l’Ecclesiaste (Qoelet) sul conto del «tempo», e conclude
«Mi sono accorto che nulla c’è di meglio per l’uomo che godere delle sue opere, perché questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui?» (Qo 3,22).
Ma arriva anche il “tempo” della risposta a ciò che egli dice prima di questa conclusione, ossia
«Chi sa se il soffio vitale dell’uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra?»(Qo 3,21).
Ed è, imprevedibilmente, una vecchia meridiana a Rennes-le-Château, al limite del bivio che conduce alla famosa chiesa di Santa Maria Maddalena che quasi alla XI ora, raccomanda di consultare il “profeta”, un’ombra sotto di essa quasi a bussare alla sua porta: lui sa, lui dirà quel che occorre sapere.
Lui conosce le cose della terra e sa dire sui fatti dei soffi vitali.
Ed è da qui che inizia questo scritto e le cose della terra sono quelle di un borgo medievale della Francia, Rennes-le- Château, si è capito.
Verso la Chiesa di Santa Maria Maddalena
Il pellegrino consueto diretto alla Chiesa di Santa Maddalena, meglio nota ai cultori di esoterismo, come la chiesa di Rennes-le-Château un piccolo borgo medievale della Francia, che si profila nella foto sopra (illustr. 1), non si distrae tanto dal paesaggio che fa da corteo alla ricercata Dama, supposta custode di chissà quali arcani, e tesori tanto ricercati in quel sacro luogo. Su tutta questa fama ha contribuito molto un libro di successo, Il Codice da Vinci, scritto da Dan Brown, bestseller in tutto il mondo. Infatti a ragione di ciò, il suddetto visitatore, molto probabilmente non è qui per esprimere un voto di devozione. Poco contano per lui i dettagli delle tracce lungo la strada che conduce alla chiesa cui sono diretti. Egli, come tutti gli altri visitatori, sono convinti che si tratta di cose disposte distrattamente nel tempo e, perciò, non c’entrano con ciò in merito a sì tanto pregio, lì nella chiesa della Santa Maddalena. Eppure, se i loro occhi fossero tanto dilatati per tener da conto i suddetti argomentati “dettagli”, come d’incanto, chissà, riuscirebbero a vedere che il tempo non è più locale, ma passato, presente e futuro e d’un tratto lo scenario cambierebbe. Essi riuscirebbero a sentire le testimonianze di un passato che attiene la storia in cui quella chiesa fu teatro, insieme a tutto il borgo di Rennes, di episodi chiave per riuscire a svelare il presente e un ricercato futuro. Di certo è più qui il luogo del tesoro nascosto di Rennes-le-Château, ma non è riservato a chi non lo ha pagato nel corso della sua vita cosmica, al limite, con “sangue” contante, attraverso il martirio, se si pensa quanto vi hanno contribuito i câtari che dovettero subire atroci torture ed infine la morte sul rogo. Infatti c’è molta propensione a ritenere che qui a Rennes-le-Château ci siano tracce importanti di un favoloso tesoro portato da reduci Câtari, superstiti di una popolazione radicalmente estirpata in tutta Europa, tra il XII e XIII secolo, dove si era propagata un secolo prima.
Ecco un esempio di stoltezza che regna in codesti pellegrini che, a causa della loro cecità, alla fine del loro pellegrinaggio in realtà svanisce, e per riempire questo vuoto progettano sempre nuovi “pellegrinaggi”. Ciò che vedono e toccano, a prima vista, sembra interessante, ma poi queste non trovano esplicazioni soddisfacenti come speravano, per illuminare le menti offuscate in loro. Forse fu così anche per la stesura del menzionato libro Il Codice da Vinci che ha dato fama al suo autore. In fondo ciò che conta per tutti questi è ottenere fama e denaro, come fu con la misteriosa storia di un certo prete, parroco di Rennes-le-Château, appunto, ma se ne parlerà in seguito.
Fra i pellegrini suddetti ve n’è uno, diverso dal solito e molto strano, perché nel procedere verso la chiesa scruta ovunque, volgendo continuamente lo sguardo attento su tutto il suo orizzonte visivo. Si capisce che sono io preso per la mia visita a Rennes-le-Château, nell’istradarmi metaforicamente verso la chiesa di questo antico borgo francese dell’Occitania, un paesino sperduto dell’Aude, di 87 abitanti, in cima alla cresta di una montagna selvaggia dell’Haut-Razés.
Oggi – ma è di un giorno a ritroso nel tempo su una “strada” della famosa Rennes-le-Château, là dove termina in un bivio che frontalmente conduce alla chiesa della Santa Maria Maddalena (illustr. 1).
Guardando a sinistra (illustr. 2) si nota un cippo sormontato da una croce inconsueta e, accanto, una bici (un vista casuale tratta da Google Maps) e questa scritta sul muro del negozio che si vede bene nella foto precedente: La Porte de Rennes. Stanco com’era, al mendico in me, gli viene in mente di desiderare quella bici per non camminare ancora, ma lui ne vedeva due, come altrettanti fantastiche ali con cui librarsi, a ragione della sua ombra sul muro. E sempre nel pensiero cerca di montarvi per godere l’ebbrezza dell’aria sul viso, però fu tutta un’illusione perché, a quel punto, tutto svanì in lui. Ma fu lesto a tenere a mente due cose, la scritta sul muro, La Porte de Rennes e, volgendosi di scatto tutto a destra con lo sguardo, fece a tempo a notare una meridiana al sommo di una porta. L’asta, o gnomone come viene chiamata, di questo antico orologio murale segnava quasi l’ora XI (illustr. 1). E dopo? Come nei sogni, di questo scenario non ci fu più traccia mnemonica e cominciò un nuovo sogno, come a dire che egli proseguì verso la chiesa, sempre sulla carta, per sciogliere chissà quali arcani in lui. Ma ciò che vide, l’indicazione sul muro e l’ora della meridiana, si fissò bene nella sua mente. Ah! Non dimenticò quella strana croce, forse celtica, che si trova anche Fanjeaux presso cui c’è il monastero di Prouille di San Domenico. I domenicani della santa Inquisizione furono accaniti persecutori dei câtari che ebbero a che fare con Rennes-le-Château e questo non va dimenticato.
L’XI ora di un ombra di un raccomandabile monaco e demone?
Tutto si prefigura nel « restare impressionati nel leggere questa scritta, “TERRIBILIS EST LOCUS ISTE” sul frontone della chiesa di Rennes-le-Château. Vuol dire, questo luogo incute terrore. Perciò se quel discusso abate, don Saunière, che decise di ristrutturarla nel 1891, in seguito al ritrovamento misterioso di un tesoro prezioso, o la scoperta di un segreto, che gli fruttò milioni di soldi, decise di far colpo per legarla al mistero, ebbene ci riuscì in pieno. C’erano tutti gli ingredienti per legarne tanti, di piccoli e grandi misteri, in cui domina la leggenda del Sacro Graal come Sangue Reale, non senza il mistero sul tesoro trovato. Si trattava delle leggendarie ricchezze del Tempio di Gerusalemme, che i Visigoti avevano depredato saccheggiando Roma nel 410 d.C.? Era il tesoro dei Câtari, messo al sicuro all’ultimo momento dai pochi sopravvissuti all’assedio di Montségur? Faceva parte del misterioso tesoro scomparso dei Templari? Era l’espressione di un “segreto” storico di enorme importanza, di carattere religioso oltre che politico? Mettiamo – l’aver scoperto la tomba di una misteriosa prostituta, forse il luogo autentico di sepoltura di Maria Maddalena, la peccatrice “redenta”? Ma c’è la risposta a tutte queste domande? ».
Non manca poi la misteriosa acquasantiera all’entrata della chiesa, sorretta dal demone Asmodeo, che se vista nell’ottica del cattolicesimo, di certo fuori posto senza dubbio, cosa vuol provocare nel pellegrino che vi si imbatte? Tutto questo per restare interdetti nell’impatto con la chiesa concepita dal parroco Sauniere, nondimeno si son fatti commenti da parte di cattolici conservatori non favorevoli sul contenuto esoterico prima accennato con punti interrogativi. Come questo commento di Massimo Introvigne che fa seguito, per esempio, e che riprendo in parte da un suo articolo a commento del web.(1)
Si tratta della sua tesi, in favore dei cattolici conservatori, avvalendosi del libro “Sulle tracce del Graal. Alla ricerca dell’immortalità. Il mistero di Rennes Le Château” di Mariano Bizzarri e Francesco Scurria.
Secondo gli autori, «la leggenda dei merovingi “divini” è stata costruita ad arte per nascondere il vero segreto di Rennes-le-Château: il paesino dei Pirenei è il centro di influenze – non divine ma diaboliche – più pericoloso del mondo, e il presunto Graal che vi è nascosto – al cui servizio si sono messi di volta in volta i celti con il loro santuario tra i boschi, i catari, la famiglia di Hautpoul e il parroco Saunière – è una sorta di porta dell’Inferno che permette a forze demoniache di dilagare nel mondo. […] E – una volta eliminati tutti i falsi – non si potrà forse escludere che nel Settecento e nell’Ottocento, intorno a parroci che si dilettavano di esoterismo, si muovesse effettivamente una piccola cerchia di appassionati di cose esoteriche in contatto con ambienti di Carcassonne e di Tolosa, centri esoterici fra i principali dell’epoca in Francia; appassionati che possono avere lasciato a Rennes-le-Château e dintorni una serie di curiosi simboli astrologici, alchemici e massonici. Tutto questo, se presenta certo qualche interesse, appartiene alla storia locale del milieu esoterico del Sud della Francia, e non ha molti rapporti con i sogni grandiosi di eredi fisici di Gesù Cristo che, aiutati dal Priorato di Sion, si candidano a dominare il mondo, sogni – questi sì – da consegnare alla pattumiera delle storie costruite per denigrare la Chiesa cattolica, arricchire i furbi e ingannare i più ingenui.».
Tuttavia commenta concludendo Massimo Introvigne:
« […] specialisti dell’esoterismo – come è stato notato in una prima giornata di studi accademici sull’argomento, promossa a Parigi nel 1995 dall’associazione Politica Hermetica presso il convento di Saint-Jacques(2) – esitano a occuparsene, temendo di essere confusi con i mitomani e i truffatori che hanno firmato un buon numero dei titoli sul tema. Rennes le Château nasconderebbe infatti – e non si tratta di un elenco completo – il segreto del Graal, la verità sul cristianesimo, l’identità dei veri pretendenti legittimi al trono di Francia, la vera storia delle società segrete, le prospettive future del mondo, e – per buona misura – un tesoro di valore inestimabile. Non sorprende che un buon numero di turisti arrivino con gli attrezzi da scavo, anche se finora nulla di significativo è stato trovato benché si scavi da almeno quarant’anni.».
Ma all’inizio ho scritto nel prologo:
“imprevedibilmente, una vecchia meridiana a Rennes-le-Château, al limite del bivio che conduce alla famosa chiesa di Santa Maria Maddalena che quasi alla XI ora, raccomanda di consultare il “profeta”, un’ombra sotto di essa quasi a bussare alla sua porta: lui sa, lui dirà quel che occorre sapere.
Lui conosce le cose della terra e sa dire sui fatti dei soffi vitali.”
Nei racconti medievali sulla ricerca del Graal, capitava che lungo il percorso di un cavaliere verso questa meta un monaco gli si parava innanzi per risolvere le sue incertezze consigliandolo, e forse così potrebbe considerarsi il suddetto segno della meridiana di Rennes-le-Château. Questo, se poco poco si è disposti a lasciarsi attrarre dal magnetismo surreale di questo luogo, seppur molestati da quel terribile monito posto all’entrata sul frontone della chiesa subito dopo la casa della meridiana in questione, “TERRIBILIS EST LOCUS ISTE”. Ma riflettendo sul segno della meridiana che segna l’XI ora, ci viene in mente la favola di Cenerentola, con XII ora, la stessa cosa, che fu per lei un momento cruciale per distoglierla dal meraviglioso ballo col principe dei suoi sogni, appena pochi “attimi” prima del ritocco di mezzanotte che avrebbe fatto svanire la gioia di quel momento. Ma una scarpetta rimase impigliata nel sogno…
Cosa vuol far capire l’XI ora? È uno stereotipo per significare che ci si riduce all’ultima momento per fare ciò che non è gradito fare e che a volte comporta un gran sacrificio, presi nel vortice dei vivere tranquillo – mettiamo per la gente per bene – e ligio per buon vivere quotidiano. Come molti personaggi dello scenario della geo-carta mappale dell’illustr. 11. E se all’ipotetica XI ora che si riteneva fatale, poi tutto si appiana diciamo: «Speriamo che la prossima volta non ci ridurremo all’undicesima ora o a descrizioni come accordo dell’undicesima ora».
Ma il l’Ecclesiaste citato all’inizio dice bene: « Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo. » (Qo 3,1). Si capisce che vale in genere anche per avvertirci in tanti modi che sta per scadere l’XI ora. Uno di questi avvertimenti ce lo ha dato in questi tempi un attore famoso e anche regista e produttore di un film, Leonardo DiCaprio e il suo film è THE 11TH HOUR ossia L’UNDICESIMA ORA.
«L’undicesima ora per il genere umano è adesso, l’ultimo attimo nel quale è ancora possibile cambiare e fermare la nostra corsa verso il collasso ecologico globale. L’attore Leonardo DiCaprio è il produttore e la voce narrante di questo documentario sull’improrogabilità del cambiamento, che ci racconta da dove veniamo, dove stiamo andando e, cosa più importante, come possiamo cambiare. Grandi intellettuali come Mikhail Gorbachev e Stephen Hawking ed esperti di sviluppo sostenibile come William McDonough, insieme a molti altri, rivelano l’attuale e drammatica situazione del pianeta Terra. Incredibili immagini di inondazioni, incendi, uragani, scioglimento dei ghiacci e crescenti montagne di rifiuti giustapposte ad immagini di un futuro sostenibile ci esortano ad agire. Riusciremo ad utilizzare le tecnologie innovative a nostra disposizione e a cambiare il nostro comportamento per salvare il pianeta? Il momento critico è adesso; ma gli strumenti per salvare questo straordinario pianeta azzurro per le generazioni future sono a portata di mano.» [da una delle numerose recensione del film]
Ma un giorno bussa alla porta il Doppelgänger
Può capitare di fare delle cose insolite, a volte riprovevoli, o “condividere” decisioni senza il nostro consenso e non ci spieghiamo come avviene tutto ciò. Molto più avanti nell’età, riflettendovi ci si rende conto che la nostra vita si è svolta in seguito ad una catena di eventi come quelli appena accennati. Ma non con una sequenza secondo il loro ordine, bensì disordinato, e a confermare il noto effetto farfalla dei matematici e fisici relativo alla teoria del caos. Cioè ‘idea che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. “Una farfalla batte le ali a Pechino e a New York arriva la pioggia invece del Sole”, per citare una frase a riguardo detta nel film Jurassic Park di Steven Spielberg.
Se questo avviene nel mondo della materia dell’atomo, ancor potrà avvenire nel mondo sensibile, per entrare nell’argomento del Doppelgänger, cioè il “doppio viandante”, che un giorno bussa alla all nostra porta. E già questa “doppiezza” ci porta alla consapevolezza che si tratta di un essere astrale di doppia natura che va inteso nel senso di “bilocato” e che, tradotto in italiano, vale per “alter ego” o “sosia”. Si tratta di un doppio ahrimanico che tende ad offuscare la libera coscienza dell’individuo, istillandovi, come un parassita, pensieri ed impulsi all’azione estranei al suo autentico modo di essere. Ed ecco l’XI ora fatale che improvvisamente scocca prendendoci quasi sempre alla sprovvista.
La fisica quantistica poi ci spiega, dal canto della materia subatomica, del ruolo fondamentale degli entangled, una sorta di Giano bifronte per trovarvi il nesso con quel “doppio” da cui stare alla larga. Ma quando ci sfiora allora è la nostra vita che in qualche modo cambia gradualmente, se non in modo fatale.
Nel migliore dei casi, essendo disposti ad aspettarci il suo sopraggiungere in qualche modo, se non altro preavvertendolo senza averne la percezione fisica, egli non è diverso per lo stato in cui si trova. da “bastian contrario” ha svolto la sua parte di svolgere il suo ruolo all’insegna di quel demone Asmodeo dell’acquasantiera della chiesa di Rennes-le-Château. (illustr. 3) Al Doppelgänger ben si addice la scritta “TERRIBILIS EST LOCUS ISTE” sul frontone della stessa chiesa!
Il primo giorno dell’impatto con lui – perché egli bussa continuamente – come un mendico, si presenta alla nostra porta ma non lo avvertiamo, e chiede a modo suo l’elemosina.
All’inizio è pieno di boria, presuntuoso e arrogante, ed ha presa facile. Se siamo giovanotti presi dalla vita e attratti dalle belle ragazze, il Doppelgänger è sulla loro pelle dalle belle forme molto esposte, per stordirci. Naturalmente la cosa vale anche per le ragazze. Ma si può traslare il genere di attrazione per altri infiniti “eldoradi” del desiderio umano.
Dipende da noi restare in equilibrio, a volte in un bilico difficile da mantenere, infine, fra sconfitte e vincite giungiamo all’ora XIma, ma, non c’è da stupirci nel capire che il Doppelgänger non sia nel nostro stesso stato, pur restando con la sua indole di “bastian contrario”. Se avessimo orecchie adatte per sentirlo ci accorgiamo che parla sommessamente e in modo frammentario. È come se avesse perso tutta la forza deleteria del passato. Si è ammansito e non fa più tanta paura, quasi ad aver compassione per lui.
Su questa estrema possibilità, nel passato si è affermato il concetto dell’apokastasi di cui uno dei maggiori sostenitori fu Origene. Secondo lui, alla fine dei tempi avverrà la redenzione universale e tutte le creature saranno reintegrate nella pienezza del divino, compresi Satana e la morte: in tal senso, dunque, le pene infernali, per quanto lunghe, avrebbero un carattere non definitivo ma purificatorio. I dannati esistono, ma non per sempre, poiché il disegno salvifico non si può compiere se manca una sola creatura: “Noi pensiamo che la bontà di Dio, attraverso la mediazione di Cristo, porterà tutte le creature ad una stessa fine” (De principiis, I, IV, 1-3)
In ogni caso, ognuno di noi ha in suo “bastian contrario”, la sua ombra che lo segue passo passo, e va considerato al pari di un compito da svolgere lungo l’arco della vita, per poi giungere da un occulto “coniunctio oppositorum”, che l’alchimia sa spiegare bene. Ma, in genere è la fede mistica, che in modo interiore, svolge l’analogo ruolo benefico.
Più da vicino, in termini alchemici, si tratta del matrimonio dello Spirito e il Corpo, il volatile e il fisso che si azzuffavano dilaniandosi. Il problema di questi due principi risiede nella loro mancata integrazione, nella loro separazione. L’alchimista, quindi, non potendo rinunciare né all’uno né all’altro, deve riuscire ad amalgamare e fondere insieme Spirito e Corpo, realizzando, appunto la “coniunctio oppositorum”. Gli opposti devono prima lottare divorarsi ed uccidersi a vicenda perché la loro unione possa realizzarsi. Questa operazione ha due aspetti, quello del costringere la “terra corporea” e pesante ad elevarsi verso le regioni dello Spirito e quello consistente nell’obbligare lo Spirito ad abbandonare i “cieli filosofici”, ove può spaziare liberamente, costringendolo a discendere nelle regioni più pesanti e condizionate dai vincoli terrestri perché possa vivificare rivitalizzare e “rendere consapevole” il corpo. Si sarà capito ora quanto sia prezioso ma inflessibile Doppelgänger, il “sergente addestratore di marines”!
«Il Doppelgänger si riferisce a un qualsiasi doppio o sosia di una persona, più comunemente in relazione al cosiddetto gemello maligno o alla bilocazione; descrive anche il fenomeno nel quale si vede la propria immagine con la coda dell’occhio. In leggende e romanzi è un duplicato spettrale o reale di una persona vivente; nel folclore è inoltre descritto come uno spirito incapace di scomparire. In alcune mitologie vedere il proprio Doppelgänger è un presagio di morte, mentre visto da amici o da parenti di una persona può anche portare sfortuna o annunciare il sopraggiungere di una malattia.»(3)
1. rennes-le-chateau-mistificatori-e-mistificazioni-sul-graal
2. Rennes le Château: quelques questions posées par un “mythe agglutinant”, in Politica Hermetica, n. 9, 1995, pp. 194-208.
3. wikipedia.org/wiki/Doppelg
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