Sono i combustibili fossili a far rincarare le bollette, non le rinnovabili
De Santoli: «Fino a quando a livello di politiche industriali non si prenderanno delle decisioni positive volte a far sviluppare con decisione le rinnovabili, non avremo una riduzione dei prezzi dell’energia»
«Se non si fanno politiche industriali, si è in balia delle oscillazioni dei mercati dove basta una concomitanza di effetti come quelli di un’offerta scarsa e di ripresa dei consumi per avere rincari come quelli che prevedibilmente Arera registrerà nei prossimi giorni: del 12% per l’elettricità e del 21% per il gas».
Livio de Santoli, prorettore per la sostenibilità dell’Università Sapienza di Roma e presidente del Coordinamento Free, ha le idee chiare sui motivi che stanno dietro all’aumento delle bollette, che potrebbero trovare sollievo da un incremento delle fonti rinnovabili.
Non a caso dal Coordinamento Free osservano che i prezzi della materia prima gas in particolare sono quasi raddoppiati in un anno, mentre il rialzo del prezzo della tonnellata di CO2 nel mercato Ets, che ha raggiunto la cifra record di 55 euro, era prevedibile sulla base degli stringenti impegni Ue sul taglio delle emissioni dei gas serra e dovrebbe essere benvenuto perché essenziale nella marcia verso la decarbonizzazione.
È l’Italia che non ha saputo prepararsi in tempo per questi cambiamenti. Nel 2015 le rinnovabili erano già arrivate a coprire quasi il 35% dei consumi elettrici, ma lo stallo nelle nuove installazioni ha portato a far sì che questa percentuale sia rimasta pressappoco la stessa negli ultimi anni (ancora al 38% nel 2020).
«Imputare il rincaro dell’energia e la questione del prezzo della CO2 in aumento dando la colpa alle rinnovabili significa commettere un errore grossolano, perché il far pagare la CO2 cara è un imperativo per la lotta al cambiamento climatico i cui effetti sono già presenti ora – conclude De Santoli – Questo è un altro motivo per utilizzare le rinnovabili, visto che non emettono CO2. E una cosa deve essere chiara: fino a quando a livello di politiche industriali non si prenderanno delle decisioni positive volte a far sviluppare con decisione le rinnovabili, non avremo una riduzione dei prezzi dell’energia».
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