Krishna 5000 anni fa si presentava come Dio Padre di tutti gli esseri incarnato in forma umana, esattamente come Gesù fece 2000 anni fa.
Poichè l’Anima individuale (quello che noi siamo veramente, Jiva in sanscrito) è un frammento infinitesimale di Dio, Krishna ci assicura che è indistruttibile, e che soltanto i corpi che Ella riveste sono soggetti alla distruzione.
na jayate mriyate va kadacin
nayam bhutva bhavita va na bhuyah
ajo nityah sasvato ‘yam purano
na hanyate hanyamane sarire«Per l’anima non vi è nascita né morte. La sua esistenza non ha avuto inizio nel passato, non ha inizio nel presente e non avrà inizio nel futuro. Essa è non nata, eterna, sempre esistente e primordiale. Non muore quando il corpo muore.” (B.G. 2.20)
L’Anima individuale è eterna, non è stata “creata”, ma in quanto frammento individuale di Dio, è sempre esistita. Il fuoco non può bruciarla, nè l’acqua bagnarla, nè il vento seccarla, nessun arma può scalfirla.
Tuttavia è temporaneamente prigioniera qui nell’universo materiale, in un corpo e mente, con allegato un falso ego. Noi abbiamo un’identità spirituale eterna, immutabile, così come un rapporto intimo con Dio, la Persona Suprema, di cui noi siamo fatti a immagine e somiglianza. Siamo suoi servitori eterni, abbiamo un nome eterno che in questa umana condizione non siamo in grado di ricordare.
Fino a che l’Anima non torna nel regno di Dio (scopo della vita dell’uomo), continua a reincarnarsi a causa del fatto che non è riuscita a liberarsi all’istante della morte. Noi tutti siamo eterni servitori del Signore, ma se falliamo reincarnandoci è perchè non ce lo siamo ricordati.
Reincarnarsi non è lo scopo, ed è da cosiderarsi un fallimento. A seconda della condotta di vita potrà avvenire una reincarnazione favorevole (all’evoluzione spirituale) o sfavorevole. Se ci si è comportati in maniera indegna, si potrà perdere la forma umana e reincarnarsi in forme animali e vegetali per un numero di vite prestabilito, allo scopo di purificarsi, soffrendo in questi corpi, poichè persa la forma umana si perde anche il libero arbitrio, pertanto in quelle circostanze si segue un karma automatico che ha lo scopo di purificare, una specie di “purgatorio”. possono avvenire anche rinascite nei mondi infernali o sub-umani, pieni di tribolazione.
Quando si sarà degni della forma umana nuovamente, allora si otterrà nuovamente il libero arbitrio, e con esso la responsabilità delle proprie azioni.
Lo scopo è liberarsi nel rengno dio Dio all’istante della morte. Per perseguire tale scopo le scritture indicano di seguire la via della Virtù, coltivando e sviluppando la fede, l’adorazione in Dio e il servizio devozionale.
Facendo una vita fatta di programmi spirituali quotidiani, preghiere e mantra (manas=mente + traya=liberare), digiuni e penitenze dedicate al Signore, se Egli lo vorrà, per Sua grazia si otterrà l’ammissione nel Regno di Dio, il Padre.
Invece gli atei, gli ipocriti e i materialisti continueranno a reincarnarsi in questo mondo pieno di sofferenza, o nei mondi sub-umani/infernali in condizioni sempre più degradate, dove dove sarà molto difficile rivolgere nuovamente l’attenzione allo Spirito. Tutto questo per loro specifica scelta: loro vogliono dimenticare Dio.
an aham dvishatah kruran sansareshu naradhaman
kshipamy ajasram ashubhan asurishv eva yonishu
asurim yonim apanna mudha janmani janmani
mam aprapyaiva kaunteya tato yanty adhamam gatimQueste persone crudeli e odiose, vili e malvagie dell’umanità, io scaglio costantemente nei grembi di coloro con natura demoniaca simile nel ciclo di rinascita nel mondo materiale. Queste anime ignoranti nascono ancora e ancora in grembi demoniaci. Non riuscendo a raggiungermi, o Arjuna, sprofondano gradualmente nel tipo più abominevole di esistenza.(B.G. 16.19-20)
Krishna descrive ancora una volta le ripercussioni della mentalità demoniaca. Dice che nelle loro prossime vite, li dà alla luce in famiglie con mentalità simili, dove ottengono un ambiente demoniaco adatto per esercitare il loro libero arbitrio e sfogare di cuore la loro natura degradata. Da questo verso possiamo anche dedurre che non è nelle mani dell’anima scegliere la specie, la dimora e l’ambiente della sua prossima nascita. Dio prende questa decisione secondo la natura e il karma dell’individuo. Così, gli demoniaci vengono inviati in grembi inferiori e degradati, fino al livello di serpenti, lucertole e scorpioni, che sono ricettacoli per i malvagi.
GESù: “né in questa vita, né in quella futura …” E IL KARMA
Sulla reincarnazione mi viene in mente che il Signore Gesù disse qualcosa che la ricorda:
Matteo 12:32
“chi avrà detto una parola contro lo Spirito Santo non sarà perdonato né in questa vita né in quella futura”.
Poi in Giovanni 5:5 Gesù guarisce un’infermo:
5 C’era là un uomo infermo da trentotto anni. 6 Gesù, vedendolo disteso e sapendo che si trovava in quello stato da molto tempo, gli disse: «Vuoi essere guarito?».
8 Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». 9 L’uomo fu guarito all’istante, prese il suo lettuccio e si mise a camminare. Or quel giorno era sabato.
14 Più tardi Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco, tu sei stato guarito; non peccare più affinché non ti avvenga di peggio».
Poichè l’uomo guarito era paralitico o infermo da 38 anni e Gesù gli dice di “non peccare più affinché non ti avvenga di peggio”, si evince che la malattia gli era venuta perchè aveva peccato, quindi è un concetto simile al Karma (karma=azione) la Legge cosmica e Divina di azione e reazione, che può essere elusa solo da e per Grazia di Dio, il Creatore di tutto, compreso il meccanismo del karma.
NON C’È DIFFERENZA: LA VIA DEL REGNO DI DIO È UNIVERSALE IN TUTTE LE RELIGIONI
Nell’induismo la reincarnazione è una condanna, lo scopo della vita dell’uomo è liberarsi nel regno di Dio all’istante della morte. Per farlo bisogna comportarsi in modo da servire Dio già in questa vita e non intraprendere e protrarre attività peccaminose.
La persona devota a Dio, penitente, che non si rallegra nel piacere e non si lamenta nel dolore, ferma e risoluta in ogni circostanza, per Grazia Divina, ottiene la liberazione all’istante della morte, entrando nel regno Eterno del Signore, con un corpo spirituale perfetto, eterno e incorruttibile. Da questa condizione non si torna mai più indietro.
Invece reincarnarsi significa fallire, e le circostanze potrebbero essere anche tremende, a seconda delle conseguenze delle proprie azioni. Equivale all’Inferno, e anche nei Veda sono menzionati i pianeti infernali, pieni di tribolazioni. Allo stesso modo reincarnarsi negli animali o nelle piante è la conseguenza di una vita indegna e dimentica di Dio, ed è una vita infernale, governata dagli istinti, senza libero arbitrio e senza ragione.
In conclusione per accedere nel Regno di Dio sia nell’induismo, che nel cristianesimo, (come anche nell’ebraismo e nel’Islam) occorre seguire un comportamento “retto”, coltivando la fede nel Signore, seguendo le Sue Leggi, offrendo fioretti e penitentze all’Altissimo, ristabilendo l’eterna eintima relazione che abbiamo con Lui.
Infatti, sempre nella Bhagavad Gita (9.25) Krishna spiega come entrare nel Regno di Dio all’istante della morte, per Sua Grazia:
fonte“Chi adora gli esseri celesti nascerà tra gli esseri celesti, chi adora gli antenati raggiungerà gli antenati, chi adora i fantasmi e gli altri spiriti rinascerà tra questi esseri, e chi adora Me vivra’ con Me”. (B.G 9.25)
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