Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Un’intervista di Riccardo Viola
R.V: Buongiorno Fausto e bentrovato per questa nuova intervista da dedicare ai lettori di AG, che da più di dieci anni ormai, hanno il piacere di poterti leggere anche online, attraverso numerosi articoli e interviste a carattere divulgativo, su argomenti scientifici sempre attuali e di grande interesse pubblico; almeno tra gli appassionati di scienze fisiche e matematiche.
È di poche settimane fa, la notizia che dei ricercatori della Columbia University si sono lanciati in un esperimento davvero unico e originale nel suo genere, consistente nel “chiedere” ad un’intelligenza artificiale (IA) di “riscoprire” da lei stessa, le leggi della fisica che governano il comportamento della materia. Ma soprattutto doveva farlo solo a partire da esempi concreti. Non aveva accesso a nessuna base teorica come i teoremi di Newton, né ad alcuna informazione sulla geometria. L’esperimento consisteva nel far osservare all’IA in questione, delle immagini riprese da una telecamera, relative all’evoluzione di un dato sistema fisico (in un caso specifico dell’esperimento, ad un pendolo), con l’unico scopo di “indurre” l’IA a determinare il numero di parametri necessari per descrivere il comportamento del sistema in questione. I risultati ovviamente non hanno tardato ad arrivare, ma hanno lasciato tutti i ricercatori di stucco; scopriamone il perché, lasciando la parola al nostro amico Fausto Intilla.
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