Le gopi hanno rinunciato a tutto e non pensavano nemmeno che Krishna fosse svayam-bhagavān, Dio, la Persona Suprema. Sanno solo che Kanu, il figlio di Nanda Maharaja di Vrajabhumi, è il loro più grande amore, la loro vita e il loro oggetto d’amore, premasarvāśraya. Lui è tutto per loro. Con quel prema hanno rinunciato a tutto. Nella letteratura del mondo non troverete mai una tale tyāga, una tale rinuncia. È incomparabile. Con il loro amore, hanno infranto la promessa di Krishna. La sua promessa è:
ye yathā māṁ prapadyante tāṁs tathaiva bhajāmy aham
“Quando qualcuno si avvicina a me io lo ricompenso.” (Bg. 4.11) Krishna non diventa mai indebitato, ripaga sempre i suoi debiti. Ma questa sua promessa fu infranta dalle gopi. Poiché le gopi non vogliono niente, come potrà ripagarle? Se avessero avuto qualche interesse, qualche desiderio, allora Krishna avrebbe potuto ripagarle. Ma le gopi non vogliono nulla. Quindi la sua promessa viene meno.
Le gopi non vogliono svarga-sukha, bhukti-sukha, mukti-sukha, siddhi-sukha o sevā-sukha: il piacere celeste, il piacere materiale, la felicità che viene dalla liberazione, la felicità delle perfezioni mistiche, o la felicità del servizio. Non vogliono niente. Ma allora Krishna cosa darà loro? Come le ripagherà? Perché non vogliono niente, la promessa di Krishna, ye yathā māṁ prapadyante tāṁs tathaiva bhajāmy aham, viene infranta.
Tre motivi
Ci sono tre ragioni per cui la promessa di Krishna viene infranta. La prima è perché le gopi non vogliono qualcosa per loro stesse. Non sono interessate all’ātmā-sukha, alla propria felicità e al proprio piacere. Quindi non c’è nulla che Krishna possa dare loro.
La seconda ragione è che hanno un solo desiderio, far piacere e dare felicità a Krishna. Non hanno altro desiderio. Desiderano solo il piacere e felicità di Krishna. Quando si vuole dare tutto il piacere e ogni felicità a Krishna, cosa si deve fare? Bisogna rinunciare alla propria felicità. Quando qualcuno dà tutto, chi lo accetta ha un debito. Come lo ripagherà?
La terza ragione è che l’attenzione delle gopi è concentrata solo su Krishna. D’altra parte invece, l’attenzione di Krishna è diretta in diverse direzioni. Poiché Krishna è la riserva di ogni dolcezza, reciproca adeguatamente con tutti i tipi di bhakta (che siano in śānta, cioé abbiano una relazione neutre con Lui, dāsya, una relazione di servitore, sakhya, una relazione di amico, vātsalya, una relazione di genitore, e madhurya, una relazione amorosa) e quindi la sua attenzione è multipla. Ma quella delle gopi è unica. Perciò, la promessa di Krishna, ye yathā māṁ prapadyante tāṁs tathaiva bhajāmy aham, viene infranta quando vede l’amore delle gopi. Lui nota: na pāraye ‘haṁ (S.B. 10.31.22):
Sono completamente in debito con voi. Non posso ripagarvi, perché voi non volete nulla. Cosa posso fare?
Per ripagare il suo debito è diventato Gaura, e ha assunto lo stato d’animo di Radharani. Adesso sta ripagando quel debito piangendo, piangendo e continuando a piangere per Krishna, poiché Radharani piange e sente un dolore acuto per la separazione da Krishna. Questo è Gaura. Egli è Krishna, ma le sensazioni, i sentimenti, sono esattamente quelli di Radharani. Mentre Radharani sta piangendo, piangendo e piangendo, e si immerge in questo insondabile oceano di separazione, allo stesso modo, Gaura sta bruciando con il fuoco della separazione da Krishna. Piange sempre, piange e parla come un folle, proprio come Radharani piangeva e parlava come una donna presa da follia. I sintomi della follia di Gaura e Radharani sono esattamente gli stessi. Ecco perché Mahaprabhu apprezzava le canzoni di Vidyapati, Chandidas e Jayadev in compagnia di Ramananda Raja e di Swarupa Damodar Goswami.
Non so se qui ci sono dei bhakta che possono apprezzare questo. Chi si trova in una coscienza corporea non può apprezzare, non può capire. Non ci arriverà mai. Prabhupada scrive nella spiegazione della Caitanya Caritamrita (Cc. ādi 13.42) che, a meno che non si vada oltre la coscienza del corpo, come si può capire e apprezzare questa conoscenza?
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